Palermo, 25 nov. (LaPresse) – “Nessuno vuole la verità sul caso Manca e l’indagine nei miei confronti per il reato di calunnia è un atto intimidatorio e aggressivo che mira a colpire non solo l’Antonio Ingroia come legale della famiglia Manca ma anche l’ex pm del processo sulla trattativa Stato-mafia”. Lo ha detto lo stesso Antonio Ingroia nel corso di una conferenza stampa convocata a Palermo, cui hanno partecipato anche i genitori dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto trovato morto nella sua abitazione di Viterbo nel febbraio 2004. Ingroia, nella veste di legale della famiglia Manca, si è detto “certo” che il caso del medico trovato senza vita e con una siringa al braccio “sia collegato alla trattativa tra Stato e mafia”. “Provenzano – ha aggiunto – doveva essere curato e tenuto in vita perché era il garante di quel patto. Manca è entrato in contatto con questa vicenda ed è stato ucciso simulando la sua morte in maniera discutibile e diffamandolo facendolo passare per un tossicodipendente”.

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