Torino, 21 ott. (LaPresse) – La mixology, ovvero l’arte del bere miscelato, si fonda su un delicato equilibrio tra tutti gli ingredienti, alcolici e non, che devono essere uniti e scelti con attenzione. Lo studio della storia, delle tecniche e dei prodotti è fondamentale per proporre non solo un drink ma anche le curiosità, il lavoro, il piacere della convivialità che in quel drink sono racchiusi. Di quest’arte tutta particolare, si parlerà al Salone del Gusto di Torino (23-27 ottobre) in diversi incontri che avranno protagonisti i migliori barman internazionali: da Dom Costa che ripercorre la storia del cocktail, dagli albori fino ai giorni nostri, a Simone Caporale dell’Artesian Bar del Langham Hotel di Londra, Best Bar 2013, passando per Agostino Perrone, head mixologist al Connaught Bar di Londra.
Nata nel 1850 nei saloon del Vecchio West, grazie al suo artefice Jerry Thomas, la mixologia arriva al Salone passando per la Jazz Age e il Proibizionismo, dal Club de Cantineros de Cuba alla Tiki mania fino alla dalla Disco Era e al più recente ritorno dei classici. Scelta del bicchiere e fabbricazione del ghiaccio, selezione dei fornitori di frutta e verdura e accoglienza sono alcuni degli accorgimenti necessari per chi sta dietro il bancone di un grande bar e alcuni dei temi al centro degli incontri. Per raccontare un mondo affascinante che non ha nulla da invidiare a quello dei grandi chef.
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