Strasburgo (Francia), 29 apr. (LaPresse) – L’Italia è seconda solo alla Serbia per sovraffollamento nelle carceri. Lo afferma un rapporto del Consiglio d’Europa relativo al 2012 e reso pubblico oggi, nel quale si legge che i Paesi dove la situazione rimane più grave sono Serbia, Italia, Cipro, Ungheria e Belgio. Presentando le Statistiche penali annuali il Consiglio d’Europa afferma che il sovraffollamento dei penitenziari è un problema che persiste nei Paesi europei, e raccomanda ai governi di fare un uso più ampio di misure alternative alla detenzione.
Nel rapporto si legge che i Paesi europei non hanno ridotto significativamente il sovraffollamento nelle carceri, nonostante l’aumento dei casi monitorati dalle agenzie per la libertà vigilata. Secondo le Statistiche penali annuali dal 2011 al 2012 il numero di detenuti nelle prigioni europee è diminuito da 99,5 a 98 ogni 100 posti disponibili. Nonostante la riduzione di quasi 90mila individui nella popolazione delle carceri (un 5% di riduzione dai 1.825.000 del 2011 e dal 1.737.000 del 2012), il sovraffollamento rimane un problema grave per 21 amministrazioni penitenziarie in Europa. Secondo le statistiche del Consiglio d’Europa gli enti giudiziari emettono spesso sentenze di custodia molto brevi, il che comporta che circa il 20% dei detenuti sconta pene di meno di un anno. Anche se si registra un significativo aumento delle persone sotto la supervisione di servizi di custodia e di libertà vigilata (fino al 13,6% dal 2011 al 2012, e del 29,6% rispetto al 2010), molti Paesi non stanno introducendo abbastanza alternative alla detenzione, e la usano raramente per sostituire la detenzione prima dei processi: solo il 7% degli imputati in attesa di processo è stato messo sotto la supervisione dei servizi di libertà vigilata.
Il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa e altri enti come il Comitato per la prevenzione delle torture hanno raccomandato agli Stati membri di affrontare il problema del sovraffollamento con forza, e di aumentare le possibilità di reintegrazione dei rei. Ricordando che la privazione della libertà dovrebbe essere una sanzione di ultima istanza, hanno chiesto ai governi di fare il più ampio uso possibile di alternative alle sanzioni di custodia.
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