Napoli, 26 feb. (LaPresse) – Il centro operativo D.I.A. di Napoli sta completando l’esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla D.D.A. nei confronti di appartenenti al clan Moccia, operante in Afragola ed zone limitrofe, tutte ritenute responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore che si era aggiudicato un appalto nel comune di Afragola. Uno dei fermati è considerato tra gli attuali elementi di spicco dell’organizzazione criminale operante in Afragola. Il fermo si è reso indispensabile anche per tutelare l’incolumità dell’imprenditore.

I quattro fermati sono il 27enne Giovanni Del Prete, il 57enne Leopoldo Tremante, il 29enne Antonio Del Prete e il 42enne Giovanni Castiello, ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Gli indagati, avvalendosi della forza di intimidazione del clan camorristico di appartenenza, hanno imposto in varie occasioni il pagamento di una tangente ad un imprenditore che si era aggiudicato vari appalti per attività di montaggio e manutenzione di luminarie pubbliche presso il comune di Afragola ed in zone limitrofe. L’attività è stata svolta in due distinte fasi. La prima ha riguardato l’esecuzione del fermo di Giovanni Del Prete e di Leopoldo Tremante. Come accertato nel corso delle indagini, Del Prete gestiva la trattativa con la vittima e ritirava il denaro, mentre Tremante svolgeva il ruolo di intermediario. La vicenda è emersa nel corso di intercettazioni telefoniche che avevano consentito, sia di ricostruire chiaramente le singole fasi della vicenda estorsiva, dalla richiesta alla dazione del danaro, sia di identificare compiutamente alcune delle persone coinvolte nella vicenda.

La Dia ha proceduto anche all’escussione della vittima che, inizialmente, per il timore di ritorsioni, negava di aver mai subito richieste o minacce estorsive ad Afragola, ma a seguito della contestazione di alcune conversazioni telefoniche, estremamente eloquenti, finiva con il confermare di essere stata vittima di estorsione da parte di persone che gli si erano presentate a nome dei ‘compagni di Afragola’ e che gli avevano chiesto di versare, a partire dal mese di giugno 2013, in due tranche, la somma di tremila euro, precisando di aver versato la prima – quella a cui si riferivano le intercettazioni – in prossimità delle festività natalizie. Secondo le indagini, l’imprenditore aveva avuto i primi contatti con quelli che definiva i “camorristi di Afragola” nel 2011, quando, dopo che i suoi operai avevano subito minacce su un cantiere attivo all’epoca, aveva incontrato un uomo qualificatosi come il capo della Camorra locale, il quale gli aveva chiesto, per tutti i lavori che effettuava in zona, una tangente forfettaria di quattromila euro all’anno da corrispondere in due tranches. Le richieste estorsive erano continuate negli anni successivi ed avevano visto la partecipazione anche di altre persone, in un primo momento, non compiutamente individuate. Per tale motivo la D.D.A ha emesso, oltre al decreto di fermo, anche decreto di perquisizione nei confronti di Antonio Del Prete, fratello di Giovanni, e Giovanni Castiello, ritenuto uno degli attuali elementi di spicco dell’organizzazione criminale operante in Afragola, nei cui confronti confluivano alcuni indizi assai chiari che lo individuavano come il probabile capo che aveva inaugurato la vicenda estorsiva.

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