Città del Vaticano, 16 feb. (LaPresse) – “Le chiacchiere uccidono le persone”. Lo ha detto Papa Francesco durante la recita dell’Angelus. “All’inizio – ha aggiunto il Pontefice – può sembrare una cosa piacevole, come una caramella. Ma poi le chiacchiere lasciano un gusto amaro che avvelena le persone. Se facessimo il proposito di abbandonare le chiacchiere potremmo diventare santi”. “E’ una bella strada. Noi vogliamo diventare santi, vero?”, ha chiesto Bergoglio ai fedeli in piazza.
“Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia – ha spiegato ancora il Pontefice -. Gesù propone a chi lo segue la perfezione dell’amore: un amore la cui unica misura è di non avere misura, di andare oltre ogni calcolo. L’amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che Gesù arriva ad affermare che il nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo: ‘Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello’ (vv. 23-24). Perciò siamo chiamati a riconciliarci con i nostri fratelli prima di manifestare la nostra devozione al Signore nella preghiera”.
“Da tutto questo – ha concluso Bergoglio – si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie. Per ottenere comportamenti buoni e onesti non bastano le norme giuridiche, ma occorrono delle motivazioni profonde, espressione di una sapienza nascosta, la Sapienza di Dio, che può essere accolta grazie allo Spirito Santo. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito, che ci rende capaci di vivere l’amore divino”.
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