Milano, 6 feb. (LaPresse) – Si allunga di due anni, dal 2017 al 2019, la prescrizione del reato di frode fiscale di cui sono accusati gli imputati del processo Mediatrade. È la conseguenza del fatto che i pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, nell’udienza questa mattina, hanno contestato anche l’aggravante della transnazionalita del reato, emersa dalle carte arrivate da Hong Kong nell’autunno scorso a seguito di una rogatoria internazionale. Questa mattina era in programma l’interrogatorio di Pier Silvio Berlusconi, che dopo questa richiesta da parte della Procura è slittato.
Mediaset esprime “profondo stupore per la contestazione dell’aggravante della transnazionalità effettuata dalla Procura nel corso dell’udienza odierna del processo Mediatrade”.
“Nel corso del dibattimento la società – si legge nella nota – ha fornito ampia documentazione dalla quale emerge che: i prezzi dei diritti televisivi oggetto del processo erano assolutamente congrui e in linea con i prezzi di prodotto analogo acquisito da altre majors; il presidente e il vicepresidente di Mediaset sono estranei a qualunque accordo, rapporto o intesa con Agrama e con il gruppo dei suoi rappresentanti a Los Angeles e Hong Kong”.
“Si osserva in particolare – prosegue Mediaset – che in un processo fotocopia con accuse analoghe, Pier Silvio Berlusconi e gli altri dirigenti della società sono stati assolti a Roma in via definitiva perché il fatto non sussiste. Stupisce infine che la nuova contestazione odierna sia stata mossa proprio nell’ultima udienza dibattimentale di un processo iniziato nel lontano 2005, per giunta proprio nel giorno in cui Pier Silvio Berlusconi si è recato in udienza per rendere l’esame e ribadire la sua completa innocenza ed estraneità ai fatti contestati”.