Roma, 16 ott. (LaPresse) – “L’odierna commemorazione potrebbe essere definita quindi come una memoria futuri, un appello alle nuove generazioni a non appiattire la propria esistenza, a non lasciarsi trascinare da ideologie, a non giustificare mai il male che incontriamo, a non abbassare la guardia contro l’antisemitismo e contro il razzismo, qualunque sia la loro provenienza”. Così papa Francesco, nel messaggio letto durante le commemorazioni per il 70esimo anniversario della deportazione del ghetto di Roma. “Fare memoria di un evento però non significa semplicemente averne un ricordo – ha aggiunto Bergoglio – significa anche e soprattutto sforzarci di comprendere qual è il messaggio che esso rappresenta per il nostro oggi, così che la memoria del passato possa insegnare al presente e divenire luce che illumina la strada del futuro. Il Beato Giovanni Paolo II scriveva che la memoria è chiamata a svolgere un ruolo necessario ‘nel processo di costruzione di un futuro nel quale l’indicibile iniquità della Shoah non sia mai più possibile’ e Benedetto XVI nel Campo di concentramento di Auschwitz affermava che ‘il passato non è mai soltanto passato. Esso riguarda noi e ci indica le vie da non prendere e quelle da prendere'”. “Auspico – ha sottolineato ancora il Pontefice – che da iniziative come questa possano intrecciarsi e alimentarsi reti di amicizia e di fraternità tra Ebrei e Cattolici in questa nostra amata città di Roma. Dice il Signore per bocca del profeta Geremia: “Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza” (Ger 29,11). Il ricordo delle tragedie del passato divenga per tutti impegno ad aderire con tutte le nostre forze al futuro che Dio vuole preparare e costruire per noi e con noi”. Il Papa ha poi concluso con “Shalom!”.

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