Città del Vaticano (Vaticano), 6 lug. (LaPresse) – “A me fa male quando vedo una suora o un prete con la macchina ultimo modello. Non si può andare con auto costose. Prendete una macchina umile. Se ne volete una bella pensate ai bambini che muoiono di fame”. Sono le parole che papa Francesco ha rivolto dalla sala Nervi ai seminaristi e alla novizie in Vaticano in occasione della Giornata delle Vocazioni. Durante il suo lungo intervento, in pontefice ha esortato i giovani a non seguire i valori provvisori e a cercare nell’autenticità delle relazioni la vera gioia. “Tutti noi, anche i più vecchi – ha detto – siamo sotto la pressione di questa cultura del provvisorio e ciò è pericoloso. Questa cultura ci bastona tutti, non ci fa bene. Una scelta definitiva oggi è molto difficile: ai miei tempi era più facile”. “Siamo vittime – ha aggiunto Bergoglio – di questa cultura del provvisorio”.

“Non imparate – ha specificato poi – da noi, che non siamo più giovanissimi, lo sport del lamento: non imparate da noi il culto della dea lamentela, ma siate positivi. Coltivate la vita spirituale a incontrate le persone, non abbiate paura di uscire e di andare controcorrente”. “Abbiate il coraggio di dire la verità – ha concluso il pontefice – di uscire da voi stessi per incontrare gli altri e Gesù nella preghiera, con la fecondità pastorale. Per favore non siate zitelle e zitelli”, ha detto, suscitando l’applauso dei presenti. Questa battuta deriva da un precedente passaggio del suo discorso, nel quale ha spiegato che quando un seminarista è triste, si tratta di “un problema di celibato: voi consacrate il vostro amore a Gesù, un amore grande, e questo ci porta a fare il voto di castità, di celibato”. “Ma questo voto – ha spiegato il pontefice – non finisce nel momento del voto, va avanti, è una strada che matura verso la maternità e la paternità pastorale. Quando non si raggiungere questa maturità si diventa tristi. Questa maturità deve portare alla fecondità”.

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