Milano, 4 giu. (LaPresse) – Quasi un anno fa, il 22 giugno del 2012, Salvatore Cercabene, 44 anni, è stato trovato senza vita nella sua Audi A3 in via Bisnati a Bruzzano, alle porte di Milano. L’uomo era arrivato a Milano da Caltanissetta, dove risiedeva, meno di 48 ore prima, era stato trovato morto, senza vestiti e con un laccio sottile attorno al collo. Nell’auto c’erano anche delle scarpe da donna con il tacco. I carabinieri, intervenuti la mattina dopo a seguito di una segnalazione, avevano dedotto che l’uomo fosse morto subito dopo aver consumato un rapporto sessuale, probabilmente per un attacco di cuore. L’esito dell’autopsia, però, ha ribaltato l’ipotesi investigativa: il 44enne infatti non aveva consumato droga, alcool, farmaci e i medici hanno escluso che sia morto d’infarto. Il decesso, avvenuto tra l’1 e 4 di notte, è invece dovuto Ad una asfissia meccanica determinata da una compressione delle parti molli del collo, compatibile con lo strozzamento o lo strangolamento. Sul corpo della vittima, inoltre, sono state trovate numerose contusioni, soprattutto alla testa e al collo.

Decisivi per individuare la donna con cui Cercabene si era appartato sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, che hanno ripreso una giovane nuda, coperta solo da una maglietta appoggiata sul petto, in fuga con in mano un telefonino nella notte del delitto. I carabinieri della compagnia compagnia Duomo hanno individuato così Lushi Gejsi, una prostituta albanese di 22 anni, che hanno fermato in viale Enrico Fermi dove lavorava abitualmente. I militari l’hanno interrogata e hanno ottenuto un campione di Dna che hanno confrontato con alcune tracce trovare sul cadavere di Cercabene. Le analisi hanno permesso di verificare che la donna, che nel frattempo si era rifugiata in Albania e aveva cambiato nome per poi rientrare in Italia tra febbraio e marzo 2013, era sul luogo del delitto. I carabinieri l’hanno fermata ieri per omicidio volontario in via Enrico Fermi dove la ragazza lavorava abitualmente.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata