Pescara, 19 mar. (LaPresse) – A Pescara, la polizia ha eseguito un’operazione contro un gruppo criminale dedito a furti e rapine contro anziani. Si presentavano come impiegati comunali, dipendenti dell’Enel, assistenti sociali, amici di famiglia e addirittura medici, rassicuranti e confidenziali, presso le abitazioni di persone sole ed in età avanzata, che venivano poi immancabilmente derubate dei risparmi di una vita. Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in abitazione ai danni di persone anziane, sono finiti in carcere 12 nomadi abruzzesi del clan Spinelli-Bevilacqua.

Ai domiciliari, invece, sono finiti 2 ricettatori, padre e figlio, che ricompravano i preziosi razziati dalla banda per rivenderli tramite le loro due gioiellerie – una nel pieno centro di Pescara e l’altra a Chieti – ora sottoposte a sequestro preventivo. Questi ultimi devono rispondere, oltre che della partecipazione all’associazione per delinquere anche di aver impiegato nelle proprie attività economiche beni di provenienza illecita. Su questo specifico aspetto dell’indagine ha collaborato la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Chieti, che ha fatto luce su una serie di finte compravendite di oro usato.

Sono ben tredici i casi scoperti nel corso delle indagini, compreso un episodio in cui, di fronte alla reazione di due anziani coniugi che avevano scoperto l’inganno, quattro degli arrestati hanno agito in maniera violenta per impedire alle due vittime di chiamare le forze dell’ordine e per guadagnare la via di fuga. Sono accusati di tentata rapina. Chieti, Teramo, Frosinone e Rieti. Queste, oltre a quella pescarese, le province colpite dalle scorrerie di ladri, che hanno fruttato ragguardevoli cifre all’associazione criminale, considerato il valore dell’oro e dei monili trafugati e del contante sottratto.

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