Castel Gandolfo, 20 feb. (LaPresse) – Da 27 anni direttore delle Ville Pontificie, Saverio Petrillo ha accolto stamane nelle stanze papali una nutrita delegazione di stampa internazionale incuriosita dal destino del Papa dimissionario. “Castel Gandolfo – racconta impettito al centro della ‘sala cinese’ – ha ospitato per la prima volta un Pontefice in villeggiatura nel 1626. Si trattava di Urbano VIII, primo Papa ad abitarvi. Da allora se ne sono succeduti 31, ma solo uno su due vi ha soggiornato”. In occasione dell’apertura della residenza ai giornalisti, mai verificatasi in precedenza, lo studioso snocciola dati e annuncia: “Alcuni ambienti saranno ristrutturati per rendere più agevoli le udienze papali”. A chi gli chiede cosa accadrà dal 28 febbraio in avanti, risponde: “E’ tutto da verificare quello che succederà”. E quando ci saranno due Papi? “Questo non è possibile – spiega – perché il Papa è uno”. Diplomaticamente il direttore delle Ville Pontificie cambia discorso. “Si vede il mare da qui – afferma – pochi lo sanno. E’ a 13 chilometri in linea d’aria”. Una vista magnifica. Papa Ratzinger, riporta Petrillo, ha detto: “Qui trovo tutto: il lago, la montagna e anche il mare”.

Sono tante le domande dei cronisti, e molti gli chiedono di parlare in inglese. “Gli appartamenti papali, come sono? Quando prenderà possesso della residenza il nuovo Papa? Quanto personale c’è ad accoglierlo?”. Non è facile per il direttore delle Ville Pontificie soddisfare la curiosità dei presenti. I “non so” e i “valuteremo” si sprecano, mentre mille flash lo bersagliano e viene intervistato dalle tv. La scena si svolge in una sala d’accoglienza con sedie del 1750, “donate a Benedetto XIV – racconta – dai missionari cinesi e decorate a mano”. Sullo sfondo un arazzo della scuola di San Michele che ha come tema la fuga dall’Egitto, da un lato per terra un capitello marmoreo della Villa di Domiziano (81-96 d.C.).

Castel Gandolfo conta 8000 abitanti, di cui 2-3000 vivono nel borgo antistante il palazzo apostolico. Un paesino non ampliabile perché costruito sul crinale del lago di Albano, di origine vulcanica. Nella residenza della Santa Sede lavorano 55 persone “tra la realtà agricola e tecnica”. Ci sono 25 capi di bestiame e si producono 600 litri di latte al giorno, è motivo di vanto la genuinità delle uova e dell’olio, ottenuto da piante secolari. Ma non è finita. Qui c’è la Specola Vaticana, con osservatori per studiare l’astronomia, un auditorium da 1000 posti nei giardini, tre ville con le relative aree verdi, un’area boschiva selvaggia, gli scavi archeologici. Il tutto si estende su 55 ettari di terreno. Un’oasi di pace e tranquillità per pregare e studiare. Non c’è “nessun programma – conclude il direttore delle Ville Pontificie – se non quello per il 28 febbraio, che prevede un saluto da parte dei fedeli al Papa che arriva e che si affaccerà dal balcone verso le 17.30”. Poi calerà il silenzio per il Papa teologo.

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