Città del Vaticano, 2 ott. (LaPresse) – Marcello Di Finizio, disoccupato triestino, dopo essere salito quest’oggi nel tardo pomeriggio sulla cupola di San Pietro come un normale turista, giunto a metà della salita ha esposto da una delle feritoie uno striscione contro il Governo Monti. E’ ancora in corso la trattativa tra la gendarmeria vaticana e l’uomo. La gendarmeria vaticana insieme ai vigili del fuoco, non è riuscita a far scendere l’uomo che raggiunto in un primo momento ha continuato ad arrampicarsi attraverso una feritoia della cupola.

L’uomo è titolare della ‘voce della Luna’, un locale distrutto da un incendio nel giugno del 2008 e ulteriormente danneggiato dalla mareggiata del dicembre successivo, ed aveva già effettuato la stessa impresa nello scorso luglio. Lunedì 30 luglio l’uomo, per quasi 5 ore, era stato sulla cupola chiedendo di parlare con il ministro dello Sport Piero Gnudi. In realtà centrò l’obiettivo perché riuscì ad avere un appuntamento telefonico. L’uomo, stando a quanto si apprende, da tempo si sta battendo per evitare che il governo applichi gli effetti della direttiva Bolkestein in base ai quali le concessioni in riva al mare, in Italia, dovrebbero essere messe all’asta entro il 31 dicembre del 2015. Siccome la norma è poco chiara, le banche non concedono finanziamenti e lui, in base a quello che proclamava lo scorso luglio, è impossibilitato a rimettere in piedi la sua attività. Dal 2009 l’uomo è senza una occupazione. Due mesi fa Di Finizio, mentre era sul Cupolone, chiese addirittura l’intervento del Papa come super partes per risolvere la sua vicenda personale. Sul sito del movimento balneare c’è una cronistoria delle sue ‘gesta’: una di queste risale al settembre dello scorso anno in cui Di Finizio per la secondo volta fece un duro sciopero della fame. Il primo fu all’indomani dell’incendio che distrusse il suo locale.

Sulla pagina facebook del locale di Marcello Di Finizio c’è un folto gruppo di fans che incoraggia l’uomo e lo invita a non mollare. Molti, si capisce, sono gestori di altri locali balneari,che dividono con Di Finizio le problematiche legate alle norme di gestione dei locali. “Se nessuno dà la notizia di Marcello- si legge in un post – prendo atto che la democrazia in Italia è finita e siamo in uno stato repressivo”.

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