Roma, 23 lug. (LaPresse) – Sono almeno sei, tra medici e infermieri, gli indagati per la morte di un neonato all’ospedale romano San Giovanni il 29 giugno scorso. Stando al quadro accusatorio, al neonato, prematuro, sarebbe stato iniettato in vena del latte, invece della soluzione fisiologica. I carabinieri del Nas hanno sequestrato la cartella clinica in attesa dell’esito dell’autopsia. Il neonato aveva visto la luce all’ospedale Grassi di Ostia ed era poi stato trasferito al San Giovanni perchè prematuro. Sul tavolo della Procura di Roma è giunto l’esito dell’ispezione interna compiuta dalla direzione dell’ospedale San Giovanni. Intanto, stando a quanto si apprende, la segnalazione dei Nas ha impedito che il neonato venisse cremato. Il fascicolo è stato aperto dal pm Michele Nardi. Il lavoro degli inquirenti è coordinato dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, responsabile del pool di inquirenti che si occupano di colpe professionali.
Questa mattina il ministro della Salute Renato Balduzzi ha disposto l’invio immediato degli ispettori del ministero all’ospedale san Giovanni per acquisire tutte le informazioni sul decesso del piccolo. Lo ha comunicato l’ufficio stampa del ministero, in una nota, spiegando che gli ispettori dovranno chiarire anche il motivo del ritardo nella denuncia da parte del personale sanitario.
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