Città del Vaticano, 16 apr. (LaPresse) – “Mi trovo di fronte all’ultima parte del cammino della mia vita e non so quello che mi aspetta, ma so che la luce di Dio c’è, che è risorto, che la sua luce è più forte di ogni oscurità, che la bontà di Dio è più forte di tutto il male di questo mondo. E questo aiuta a andare avanti con sicurezza, ci aiuta ad andare avanti, e in questa ora ringrazio di cuore tutti coloro che continuamente mi fanno percepire il ‘sì’ di Dio attraverso la loro fede”. Con queste parole papa Benedetto XVI ha concluso l’omelia, tenuta in tedesco, della messa celebrata questa mattina nella Cappella Paolina del Palazzo apostolico, alla presenza di vescovi tedeschi e di personalità della Baviera, per il suo 85esimo compleanno.
Il papa, in un’omelia molto personale, si è soffermato su tre “segni” che “indicano il cammino” della sua vita: il fatto di essere nato il 16 aprile, lo stesso giorno della nascita di Bernadette, la veggente di Lourdes, e della morte San Benedetto Giuseppe Labre, un santo del Settecento conosciuto come il “pellegrino mendicante”; e infine che il giorno della sua nascita e del suo battesimo sia coinciso con il Sabato Santo.
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