Palermo, 22 feb. (LaPresse) – Al posto del canonico pizzo imponevano l’acquisto di biglietti della lotteria. E’ l’originale modalità con la quale il mandamento mafioso dei Pagliarelli taglieggiava gli imprenditori di Palermo. Sul caso i carabinieri indagavano da tempo, e avevano già, nell’ambito dell’operazione ‘Hybris’, ricostruito la struttura gerarchica dell’organizzazione che faceva capo all’allora latitante Vincenzo Giovanni Nicchi. Ora sono finiti in manette altri cinque esponenti della cosca.
Settimanalmente gli uomini dell’organizzazione imponevano l’acquisto dei tagliandi della lotteria al prezzo di novanta euro per ciascun blocchetto. Il vantaggio per la mafia da questa forma di imposizione del pizzo era doppia: da un lato gli esattori nascondevano la loro attività dietro il paravento dell’esercizio di un gioco clandestino ma assolutamente popolare nelle borgate palermitane; dall’altro l’imposizione indistinta a tutti i commercianti di somme relativamente modeste consentiva tuttavia alle famiglie mafiose di ricavare introiti per circa 9.000 euro a settimana, che si aggiungevano a quelle, in alcuni casi mantenute, del pizzo ordinario. L’operazione dei carabinieri è stata possibile grazie alla collaborazione di alcuni imprenditori che hanno denunciato il fatto.
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