Torino, 17 dic. (LaPresse) – Due cortei hanno marciato nel centro di Torino oggi pomeriggio per dire ‘no’ al razzismo. Uno di senegalesi, il secondo di italiani (con una decina di rom). Il primo gruppo di manifestanti, composto da circa 500 persone, quasi tutte senegalesi, insieme ad alcuni autonomi dei centri sociali, è partito da piazza Castello ed è arrivato fino alla stazione di Porta Nuova. L’obiettivo: protestare contro la strage di Firenze. ‘Modou Samb, 40 anni, ucciso da un fascista’ e ‘Mor Diop, 54 anni, ucciso da un fascista’ gli striscioni in testa alla fiumana di persone che hanno bloccato il traffico dello shopping natalizio. Alcuni ragazzi mostravano striscioni tricolore con scritto ‘Stop razzismo, più accoglienza e integrazione, non dobbiamo essere una valvola di sfogo’. Questo è stato il corteo più partecipato.

Un secondo gruppo di manifestanti, circa 300, con le bandiere di Cgil, Sel, Rifondazione comunista e le associazioni Terra del fuoco e Acmos, ha marciato invece da piazza Carignano fino alla sede del Comune contro il rogo del campo rom della Continassa, incendiato una settimana fa dai residenti del quartiere Vallette dopo che una 15 enne aveva denunciato, per poi ritrattare, di essere stata stuprata da due nomadi. Solo una delle famiglie che vivono alla Continassa ha partecipato a questo corteo, insieme a una decina di rom di altri campi torinesi. “Abbiamo bisogno che contro il razzismo ci sia una reazione da parte di tutti – ha detto Donata Canta, segretaria torinese della Cgil – se no non ce la facciamo. Dobbiamo risanare l’Italia anche attraverso l’integrazione”. “Per la prima volta la gente di Torino vede i rom marciare – ha detto Michele Curto, capogruppo di Sel in Comune -. Loro sono cittadini comunitari ma a loro è negato il diritto di residenza. C’è una reazione della pancia di Torino ed è questo il corpo sano che reagisce. Gli obiettivi per i rom sono abitare, integrare e autolavorare, nel senso di contribuire allo sviluppo della città”.

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