Milano, 8 set. (LaPresse) – Si è tenuta oggi, presso la Corte di Gaza City, la prima udienza del processo per l’omicidio dell’attivista dell’International solidarity movement, Vittorio Arrigoni, ucciso nella striscia di Gaza il 14 aprile scorso da un gruppo di estremisti islamici. Gli imputati sono Mohamed Salfiti, Tamer Hasasnah, Khader Gharami e Aamer Abu-Ghula. L’avvocato della famiglia Arrigoni, Gilberto Pagani, non è riuscito ad entrare a Gaza passando dall’Egitto e non ha potuto partecipare alla prima udienza. “Nonostante le pressioni dell’Ambasciata italiana – ha spiegato Pagani – non sono riuscito ad ottenere il permesso per entrare e presenziare alla prima udienza. Quando ho presentato la richiesta era in corso il Ramadan e ci sono state complicazioni. Sembrava fino all’ultimo che si riuscisse ad ottenerlo, ma poi non è stato così. Comunque conto di essere presente la prossima volta”.

Il processo è stato aggiornato al 22 settembre.

“Ancora gli avvocati della difesa non hanno potuto prendere visione degli atti dell’inchiesta – ha precisato infine il legale della famiglia Arrigoni – ma se c’è stato un rinvio è perché sono stati rispettati i diritti degli imputati. Non mi sembra ci siano violazioni, nonostante il clima non sia proprio dei migliori anche perché si tratta di un tribunale militare”. Al processo non è stato ammesso l’avvocato Eyal al-Alami, del centro per i diritti umani di Gaza, incaricato dalla famiglia di Vittorio Arrigoni a rappresentare la parte civile dopo che Gilberto Pagani non era riuscito ad entrare in Palestina.

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