Roma, 26 ago. (LaPresse) – Altri otto neonati sono risultati positivi al test sulla tubercolosi effettuato ai nati negli ultimi mesi al Policlinico Gemelli di Roma. I bambini, tre femmine e cinque maschii, sono nati nei mesi di marzo, aprile, giugno e luglio. Lo rende noto la Regione Lazio che precisa che la positività al test non significa malattia, ma esprime l’avvenuto contatto con il bacillo della tubercolosi. Pertanto, sugli 8 neonati sono stati già programmati ulteriori controlli e sarà proposta la profilassi prevista dal protocollo definito dall’unità di coordinamento, che evita il rischio di sviluppare la malattia a seguito dell’avvenuto contatto con il micobatterio. I neonati contagiati salgono a 24.
L’unità di coordinamento precisa inoltre che, dei neonati risultati positivi fino ad oggi e sottoposti agli ulteriori controlli previsti, nessuno è risultato ammalato. Nella giornata di oggi sono stati fissati ulteriori 156 appuntamenti, per un totale di oltre 860 stabiliti fino ad oggi. La Regione conferma, quindi, che entro il 31 agosto tutti i bambini interessati saranno sottoposti a visita e test, come previsto dal protocollo medico.
L’unità di coordinamento, inoltre, ha verificato il corretto avvio delle procedure di contatto e controllo riferite ai 208 neonati del mese di febbraio inseriti nel programma di sorveglianza su richiesta della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini.
Intanto la Regione Lazio ha aperto un’indagine sanitaria, epidemiologica e amministrativa, che dovrà concludersi entro 90 giorni. Il provvedimento prevede la costituzione di una commissione ad hoc, formata da sette componenti qualificati, dei quali sei esterni all’amministrazione, e che sarà presieduta da Vincenzo Vullo, professore ordinario di Igiene all’università La Sapienza di Roma.
La commissione, secondo quanto spiega una nota della Regione, avrà i più ampi poteri di accesso, di ispezione e verifica documentale, nonché di audizione di dirigenti, anche di livello apicale, di funzionari e di dipendenti delle competenti direzioni regionali e dell’Agenzia di sanità pubblica regionale. Queste funzioni potranno essere esercitate anche nei confronti delle strutture e dei dipendenti delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere interessate, previo raccordo con i competenti direttori generali. La commissione potrà richiedere ogni ulteriore consulenza o ausilio scientifico da parte di altri esperti che dovesse ritenere utili per il perseguimento dei compiti di indagine.
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