Torino, 3 lug. (LaPresse) – Oltre duecento feriti accertati, almeno 188 dei quali tra le forze dell’ordine e quattro portati in ospedale con l’elicottero. E’ il bilancio degli scontri in Valsusa tra No Tav e agenti in tenuta antisommossa. La giornata era iniziata all’insegna della tranquillità. Alcune decine di migliaia di persone si erano messe in marcia da Exilles e da Giaglione, in due cortei diretti verso il cantiere dell’alta velocità di Chiomonte. In testa alla prima delle due manifestazioni i sindaci della valle. In marcia tante famiglie, anziani, bambini. Al cantiere tutto è cambiato. Dall’ora di pranzo fino a sera è stata guerriglia, con i dimostranti che hanno preso d’assedio i cinque punti d’accesso al cantiere.
In uno di questi alcuni sono riusciti a sfondare la rete e ad entrare, lanciando razzi segnaletici per avvisare tutti gli altri di convergere in quel punto. Le forze dell’ordine si sono allora asserragliate all’interno, repingendo i No Tav con idranti e lacrimogeni, avvolgendo tutto il cantiere nel fumo. Quattro manifestanti sono stati arrestati e uno denunciato a piede libero. Per il leader del movimento No Tav Alberto Perino il bilancio è comunque positivo: “Abbiamo vinto”, ha detto. “Li abbiamo assediati. Abbiamo raggiunto i punti più vicini del fortilizio. Siamo riusciti a smontare le recinzioni. Siamo riusciti ad andare via tutti. Questo era un assedio e l’assedio ha funzionato benissimo. Perchè non dovremmo dire che abbiamo vinto? Adesso sanno che dovranno continuare così, che subiranno altre azioni meno grosse ma continue”.
La diretta:
22.30 – Sono circa 200, secondo quanto riportato dagli organizzatori della manifestazione No Tav, le persone ferite o contuse durante gli scontri nell’area del cantiere di Chiomonte.
21.20 -Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo esprime la sua solidarietà al Movimento No Tav. “Riteniamo corretto aver definito eroi i cittadini che si oppongono allo stupro di una valle per soddisfare interessi lobbistici bipartisan”.
20.55 – La digos di Torino ha arrestato quattro persone ne ha denunciata un’altra. E’ il bilancio finale della giornata di violenze in Valsusa tra No Tav e forze dell’ordine. Gli arrestati, tutti feriti negli scontri, devono rispondere di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Sono anche stati denunciati per getto pericoloso di cose e possesso di materiale esplodente. Un quinto manifestante è stato fermato ma denunciato a piede libero per gli stessi reati.
20.40 – Sale ancora fortemente il numero dei feriti tra gli appartenenti alle forze dell’ordine. Al momento risultano 188: un primo dirigente e 5 funzionari della polizia, 130 agenti, 37 carabinieri, 15 finanzieri. I dati sono diffusi dalla questura.
19.45 – “I sindaci ed i cittadini della Valle di Susa sono doppiamente vittime di questa situazione”. E’ quanto afferma Andrea Buquicchio, capogruppo Idv al Consiglio regionale del Piemonte, in merito agli scontri avvenuti questo pomeriggio in Valle di Susa. “Da una parte – prosegue – subiscono la presenza dei soliti professionisti della violenza che inquinano la legittimità della protesta, dall’altra si vedono costretti ad ospitare sul proprio territorio un’opera che non condividono”.
19.29 “Abbiamo vinto. Li abbiamo assediati. Abbiamo raggiunto i punti più vicini del fortilizio. Siamo riusciti a smontare le recinzioni. Siamo riusciti ad andare via tutti. Questo era un assedio e l’assedio ha funzionato benissimo. Perchè non dovremmo dire che abbiamo vinto? Adesso sanno che dovranno continuare così, che subiranno altre azioni meno grosse ma continue”. E’ questo il bilancio tratto dal leader del movimento No Tav Alberto Perino.
19.25 – “Gli assalti al cantiere Tav, le aggressioni a colpi di bombe, ammoniaca, sassi e bastoni contro le forze dell’ordine, la tattica adoperata dai delinquenti No Tav dimostrano inequivocabilmente che oggi in Val Susa ci si è trovati difronte ad un vero e proprio attacco premeditato contro lo Stato”. Lo afferma in una nota il vice coordinatore regionale del Pdl del Piemonte.
19.10 – “Esprimiamo solidarietà e sostegno alle forze dell’ordine impegnate in un’azione a difesa della legalità. Esprimiamo inoltre una ferma condanna per gli atti di violenza a loro danno, riaffermando nel contempo l’importanza strategica della Tav e la volontà di andare avanti senza farsi intimorire”. Lo dichiarano in comunicato congiunto il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, il sindaco di Torino Piero Fassino ed il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta.
18.32 – “Ancora feriti tra le forze dell’ordine e colpito alla testa da un sasso anche un operaio colpevole di fare il proprio lavoro per mantenere la propria famiglia, ci troviamo alla fine della democrazia”. E’ quanto afferma in una nota il vice segretario nazionale dell’Ugl-polizia. “Un fatto – aggiunge – grave e vergognoso, non è possibile continuare a difendere a costo della vita il cantiere della tav senza un cambio di strategia, non sono manifestazioni del libero pensiero garantite dalla Costituzione quelle fatte dalle frange estreme dei centri sociali, che nulla hanno a che vedere con la realtà della valle di Susa”.
18.26 – “Distinguere tra il legittimo dissenso e le iniziative che hanno il merito di continuare ad offrire la ribalta ai professionisti della contestazione e della violenza”. Lo afferma in una nota il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta.
18.18 – “Condanno la gravissima aggressione condotta contro le forze dell’ordine ed esprimo la mia totale solidarietà e vicinanza agli agenti e all’operaio feriti durante gli scontri”. E’ quanto scrive in una nota Gianfranco Morgando, segretario regionale del Pd Piemonte.
18.12 – “Non è tollerabile che la Val di Susa venga letteralmente presa in ostaggio da gruppi di violenti che hanno militarizzato la protesta e teorizzano la guerra civile.
E’ legittimo dissentire dalla realizzazione di una grande opera pubblica ma in una democrazia lo si fa con la ragione e con le parole. Chi ricorre ai bastoni e alle pietre non deve trovare alcuna giustificazione”. Così Piero Fassino, sindaco di Torino, ha espresso la propria condanna per gli episodi di violenza in Val di Susa.
18.10 – Sono circa cento i feriti, al momento, mentre la battaglia in Val di Susa continua, negli scontri tra forze dell’ordine e No Tav a Chiomonte, nell’area di 36mila metri quadrati del cantiere della linea ferroviaria Torino-Lione. Quattro gli interventi dell’elisoccorso e otto le ambulanze arrivate fino all’autostrada Torino-Bardonecchia e nei boschi della Val Clarea. La questura denuncia 76 feriti. Di questi due sono molto gravi. Si tratta del carabiniere a cui è scoppiata una bomba carta sulla mano e del poliziotto colpito da un ordigno artigianale esploso in mezzo alle gambe. Anche i manifestanti parlano di un ferito grave, che ha ricevuto una pietra in faccia.
17.57 – Salgono a 76 i feriti finora registrati tra le forze di polizia: 59 agenti di polizia (tra cui un funzionario); 9 carabinieri; 8 militari della guardia di finanza.
Tra i 59 feriti della polizia c’è anche il primo dirigente, responsabile del dispositivo di ordine pubblico presso il cantiere, che, avvicinatosi agli antagonisti per un tentativo di mediazione, è stato colpito con una grossa pietra al ginocchio. Particolarmente dolorante, è stato immediatamente soccorso e portato in ospedale
17.36 – E’ ancora battaglia al cantiere della Tav di Chiomonte in val di Susa. Il punto dove la tensione è più alta in questo momento è strada dell’Avanà, la via asfaltata che porta al cantiere. Delle tre transenne in rete metallica che la sbarrano, per ora solo la prima è stata sfondata dai No Tav. I manifestanti hanno tentato l’abbattimento della seconda, armati di pietre bastoni e pezzi di legno che usano come scudi, ma sono stati respinti dalla polizia con scudi e lacrimogeni. Non arretrano comunque, in attesa di riattaccare. Nell’area sud rispetto al recinto del cantiere, restano due gruppi, uno a ovest e uno est, di black block e ragazzi dei centri sociali. Stessa scena anche qui, con a tratti tentativi di sfondamento non andati in porto per i lanci di lacrimogeni. In quest’area però la tensione è meno alta anche perchè centinaia di persone stanno tornando attraverso i boschi a Giaglione, dove era partito il corteo “più caldo”. A Nord del cantiere, dopo gli scontri di questa mattina, non ci sono più stati contatti tra polizia e No Tav. Anche qui guerriglia di tentati blitz con pietre e taniche di ammoniaca e in risposta gas. Al presidio, la baita in legno a sud del cantiere, i No Tav hanno intenzione di restare, anche se in poche decine, tutta la notte. Da otto ore sorvolano l’area gli elicotteri della polizia e l’afflusso delle ambulanze continua.
16.37 – Principio di incendio nell’area del cantiere di Chiomonte, all’esterno della recinzione a sud-ovest del cantiere della Tav. Nel tratto di boscaglia tra l’autostrada e i manifestanti un lacrimogeno ha sprigionato fiamme e fumo. Stanno intervenendo i vigili del fuoco con gli idranti dall’autostrada. “Rispettiamo solo i pompieri”, gridano i No Tav.
16.03 – Dopo quasi cinque ore dall’inizio degli scontri al cantiere della Tav a Chiomonte, si intensifica la guerriglia al lato sud-ovest della recinzione dell’area dei lavori. I black block e militanti dei centri sociali su questo fronte sono passati da 50 a circa 200. Lanciano bombe carta, pietre e tentano di sfondare con scudi e bastoni ma si fa sempre più fitto il lancio di lacrimogeni da parte della polizia. Continuano ad arrivare, per il fronte dei No Tav, rinforzi dai boschi. Centianaia di manifestanti più pacifici presidiano sotto il viadotto, osservano e gridano “Vergogna”. Sono più di mille i No Tav nell’area a sud del cantiere.
15.55 – Un poliziotto è stato colpito da una bomba carta che gli è esplosa tra le gambe, mentre un carabiniere ha riportato una vistosa ferita ad una mano, causata, probabilmente, dallo scoppio di un ordigno artigianale. Sono tra i feriti 46 feriti appartenenti alle forze dell’ordine.
15.51 – Sale a 46 il numero di feriti tra le forze dell’ordine. Si tratta di 37 agenti di polizia, di cui 3 trasportati in elicottero in ospedale; 6 carabinieri, 3 della guardia di finanza.
15.49 – Decine di No Tav feriti, a quanto sembra non gravi, sono stati radunati alla baita del presidio che confina con l’area del cantiere. Vengono portati poi lungo il sentiero che porta a Giaglione dove stanno arrivando le ambulanze. Vengono tutti identificati all’imbocco dell’autostrada dove fermano le ambulanze.
15.13 – Mentre continua la guerriglia tra No Tav e forze dell’ordine ai quattro lati della recinzione del cantiere, un gruppo di manifestanti è riuscito a sfondare la recinzione all’ingresso di strada dell’Avanà, la via asfaltata che conduce al punto più alto del cantiere e all’Ecomuseo. Blindati stanno scendendo lungo la strada andando incontro ai No Tav.
15.11 – Sono circa 300 i manifestanti provenienti dall’estero tra quelli che stanno prendendo parte agli scontri in Valsusa, nei pressi del cantiere Tav di Chiomonte. Lo fa sapere la questura, precisando che provengono da Francia, Spagna, Austria e Germania.
15.08 – Uno dei dimostranti arrestati dalle forze dell’ordine per gli scontri nei pressi del cantiere Tav di Chiomonte sta per essere portato in ospedale in elicottero. Lo fa sapere la questura, precisando che il giovane riporta una sospetta frattura del naso e contusioni al torace e al capo. Anche gli altri quattro arrestati sono feriti: tutti sono stati oggetto delle cure sanitarie del personale medico della polizia e del 118.
15.05 – Salgono a 30 i feriti tra le forze dell’ordine per gli scontri con i No Tav nei pressi del cantiere di Chiomonte. Lo fa sapere la questura, precisando che due di loro hanno sospette fratture.
15.04 – Cinque manifestanti sono stati arrestati a Chiomonte, in Valsusa, per gli scontri nel pressi del cantiere Tav. Tre sono di Modena. La questura li definisce “anarco-insurrezionalisti pluripregiudicati per reati specifici”. Uno è di Padova e uno di Bologna, anche loro “antagonisti con precedenti specifici”. Sono tutti sui trent’anni.
14.58 – Quello che sta avvenendo in Valsusa rappresenta “prove tecniche di dittatura”. Lo ha detto Beppe Grillo, raggiungendo la manifestazione dei No Tav a Chiomonte. “C’è uno scorpamento tra cittadini ed istituzioni”, ha aggiunto il comico genovese. “Volevo esserci – ha sottolineato – è una battaglia che con voi stiamo conducendo da tanti anni”.
14.46 – Momento di pausa per qualche manifestante tra uno scontro e l’altro con la polizia al cantiere Tav di Chiomonte, in Valsusa. Diversi dimostranti si sono fermati, esausti. Si rifocillano all’ombra, mangiano panini, chi è stato colpito dal gas dei lacrimogeni si rinfresca alla fontana. C’è anche chi spacca assi e pianta chiodi per realizzare dei bastoni.
14.24 – Sulla Torino-Bardonecchia restano centinaia di poliziotti. Sotto i piloni, nel prato che circonda l’area, centinaia di No Tav cercano di avvicinarsi gridando insulti. Un altro gruppo di black block, a sud-ovest, ogni tanto tenta l’attacco ma viene respinto coi lacrimogeni. Alla baita, ex presidio dei No Tav, da oggi “riconquistato”, centinaia di persone.
14.40 – Continua da oltre tre ore la battaglia al cantiere di Chiomonte tra No Tav e forze dell’ordine. Il cantiere è circondato su quattro lati. Dall’interno le forze dell’ordine tirano verso l’esterno lacrimogeni e sparano acqua dagli idranti. Diversi gruppi da una cinquantina di attivisti ciascuno attaccano a più riprese per tentare di sfondare la recinzione, già divelta in un punto, a nord del piazzale dell’area archeologica, dove sono venuti in contatto manifestanti e polizia con feriti da entrambe le parti.
14.21 – Le forze dell’ordine hanno fermato alcuni manifestanti che stavano partecipando agli scontri nei pressi del cantiere Tav di Chiomonte.
14.15 – Uno dei manifestanti No Tav di Chiomonte, in Valsusa, è rimasto ferito ad una mano da un lacrimogeno sta per essere portato in ospedale. E’ quanto si legge nella pagina Twitter del movimento No Tav.
13.56 – La recinzione del cantiere Tav di Chiomonte “è integra in ogni sua parte mentre si rilevano severi danni alla recinzione dell’area archeologica, esterna al cantiere”. E’ quanto precisa la questura in una nota.
13.54 – Un dimostrante è rimasto ferito nel corso degli scontri a Giaglione. Era insieme a un gruppo di manifestanti che scappavano, impauriti dagli scontri. La polizia ha chiamato una ambulanza per soccorrerlo.
13.49 – Ancora al contrattacco i gruppi di No Tav, quasi tutti black block in realtà, al cantiere di Chiomonte. Un primo gruppo di 50 persone, armate di bastoni, bombe carta e mazze da baseball, si è messo a correre tentando di sfondare il recinto del cantiere a sus-ovest, ma è stato respinto con lacrimogeni. Dall’altro lato, a sud-est, un secondo gruppo è riuscito ad avvicinarsi alla rete cercando di buttarla giù. Le forze dell’ordine hanno reagisto con gli idranti. I due gruppi sono arretrati di pochi metri e si sono fermati pronti a riattaccare. Sono tutti vestiti di nero, con foulard, passamontagna scuri e caschi neri. In mano pietre e bastoni. Centinaia di No Tav presidiano la zona pochi metri più indietro, fermi con bandiere e striscioni. Gridano “vergogna” e insulti alle forze dell’ordine.
13.41 – Sorvolano la valle gli elicotteri dela polizia. Centinaia di agenti delle forze del’ordine sono sull’autostrada Torino-Bardonecchia pronti a intervenire.
13.40 – E’ battaglia nelle zone limitrofe alle recinzioni del cantiere Tav di Chiomonte, su almeno tre fronti. Le forze dell’ordine dietro alle reti d’acciaio sparano idranti e lacrimogeni. I No Tav, tra cui black block italiani e stranieri, tirano bombe carte e pietre e non arretrano.
13.38 – Alcune decine di No Tav hanno sfondato la recinzione del cantiere Tav di Chiomonte nella zona di Ramat, e hanno fatto esplodere fuochi d’artificio per segnalare alle altre migliaia di persone sparse nell’area di 36mila metri quadrati della val Clarea che uel punto era stato aperto.
13.32 – Salgono a sei i feriti tra le forze dell’ordine. Per soccorrerli, spiega la questura, è stato necessario richiedere l’intervento del 118, che ha mandato sul posto tre ambulanze.
13.30 – Un operaio del cantiere Tav di Chiomonte è rimasto ferito negli scontri tra le forze dell’ordine e i No Tav. E’ quanto fa sapere la questura di Torino, precisando che è stato medicato dal personale medico della polizia.
13.27 – Cinque uomini delle forze dell’ordine sono rimasti feriti negli scontri di Chiomonte con i manifestanti No Tav. Lo fa sapere la questura di Torino. Tra i cinque feriti si registrano: uno svenuto a seguito dello scoppio di una bomba carta; uno che ha riportato la frattura del setto nasale; uno con ferite lacero-contuse al capo; due con ustioni.
13.08 – E’ guerriglia al cantiere Tav di Chiomonte. Sono cinque i punti di accesso al cantiere intorno ai quali si sono radunati i dimostranti. L’unica area al riparo dagli scontri per il momento è quella della baita, l’ex presidio dei no Tav che si trova circa 400 metri più in basso rispetto al cantiere. Il cantiere è completamente avvolto nel fumo dei lacrimogeni. Si sentono frequenti esplosioni di bombe carta.
13.05 – Continuano gli scontri al cantiere di Chiomonte, non solo dal lato della montagna di Ramat, ma anche verso l’area della Val Clarea, dove è stata costruita la baita presidiata per mesi dai No Tav. Lacrimogeni vengono lanciati dalle forze dell’ordine in tutte le direzioni. Migliaia di No Tav si stanno sparpagliando nei boschi. Giovani vestiti di nero e incappucciati lanciano pietre e bombe carta. “Vergogna”, urlano i No Tav dalla baita, dove i lacrimogeni non sono ancora arrivati.
12.55 – I tafferugli continuano. Le forze dell’ordine lanciano lacrimogeni anche nel punto in cui l’autostrada Torino-Bardonecchia confina con il cantiere, dopo la galleria di Ramat. Nel frattempo sono arrivati alla baita, l’ex presidio dei no Tav che si trova circa 400 metri più in basso, i 2mila no Tav del corteo partito da Giaglione.
12.49 – Il gruppo di circa un centinaio di no Tav che è sceso dalla montagna del Ramat è stato respinto dalle forze dell’ordine con cariche di contenimento e lancio di lacrimogeni. I manifestanti, arrivati a nord rispetto al piazzale dell’Ecomuseo, dove inizia il cantiere, lungo sentieri molto scoscesi e percorribili solo da escursionisti esperti, ha lanciato pietre, oggetti e liquidi infiammabili.
12.39 – Scontri al cantiere di Chiomone tra un centinaio di No Tav che sono scesi dal Ramat verso il piazzale dell’Ecomuseo e le forze dell’ordine.
11.53 – Sono circa 70mila, secondo gli organizzatori, i no Tav che, al grido di ‘riprendiamoci il cantiere’ stanno marciando lungo tre strade diverse verso l’area dei lavori della Tav di Chiomonte, già raggiunta poco fa dai primi dimostranti.
11.49 – Sono arrivate le prime decine di No Tav del corteo partito da Giaglione alla baita della regione Clarea, il punto in mezzo al cantiere di Ltf dove a settembre sarà perforato il terreno per la realizzazione del tunnel geognostico della Maddalena preliminare all’opera. Sono duemila circa le persone che stanno arrivando nell’area. Non si sono registrati disordini.
11.44 – Un terzo corteo di No Tav sta scendendo dalla frazione di Ramat di Chiomonte verso il piazzale dell’Ecomuseo, dove inizia il cantiere della Maddalena.
11.36 – Prosegue lentamente il corteo partito dalla fortezza di Exilles, con in apertura bambini ed autorità locali, affollato da circa ottomila persone secondo la questura, più del doppio per gli organizzatori. Oltre mille manifestanti sono arrivati in treno da Torino e da fuori provincia. All’autoporto di Susa, invece, sono arrivati 11 pullman con 600 persone. Questa notte al campeggio di Venaus hanno dormito altre mille persone. Prosegue anche il corteo lungo i ripidi sentieri dei boschi che da Giaglione portano a Chiomonte. Qui duemila persone si stanno inerpicando lungo tracciati di percorsi da escursionisti, altre sono ferme lungo la mulattiera bloccata da due barricate con i poliziotti dietro. Più di un applauso di incoraggiamento, spontaneo, è partito dalle centinaia di persone che si trovano nei boschi, tra cui anche alcuni anziani. “Facciamo forza, non abbiamo paura, ci riprendiamo il cantiere”, gridano alcuni. Nel frattempo la polizia ha sequestrato un contenitore con 14 bombe carta nell’area confinante al cantiere della Maddalena di Chiomonte.
11.16 – Dopo aver percorso circa un chilometro lungo i boschi che dal paesino di Giaglione portano al cuore della Val Clarea, verso Chiomonte, al cantiere della Maddalena, la lunga fiumana dei circa duemila No Tav si è fermata a un bivio. Andando verso destra, dopo pochi metri, c’è uno sbarramento costituito da reti metalliche e filo spinato, dietro a cui sono schierati centinaia di poliziotti scudati. Centinaia di persone hanno allora deviato verso sinistra, su un sentiero scosceso largo non più di mezzo metro.
10.33 – “Speriamo si svolga bene, senza incidenti”. Così Sandro Plano, presidente della Comunità Montana Val di Susa e Val Sangone, pronto a partire da Exilles in corteo con altri 23 amministratori No Tav delle valli, prima che parta la marcia di protesta contro la Tav. “Comunque tutta questa partecipazione – aggiunge – vorrà dire qualcosa. Alla marcia ci sono 23 sindaci con la fascia, su un percorso autorizzato. Quindi siamo nel pieno rispetto della legalità e non siamo 4 gatti”. “Oggi dalla Valle parte un segnale forte – ha ancora detto Plano – il miliardo di compensazioni promesse non ci sono. Vogliamo interlocutori credibili”.
10.22 – C’è anche una sagoma tenuta alta con un bastone che raffigura il sindaco di Torino Piero Fassino con in mano una mazzetta di banconote da 500 euro, e nell’altra un fucile. Migliaia le bandiere bianche No Tav con la locomotiva nera disegnata e sopra una croce rossa. L’unico a rappresentare le istituzioni, Leonardo Capella, consigliere comunale di Meana. Tutti gli altri amministratori della valle sono al corteo di Exilles, che non è ancora partito.
10.20 – E’ partito alle dieci il corteo dei No Tav che si sono radunati a Giaglione per marciare fino al cantiere di Chiomonte dove da lunedì scorso sono partiti i lavori del tunnel geognostico della Maddalena, preliminare alla linea ferroviaria Torino-Lione. Oltre duemila persone stanno percorrendo la stradina che passa in borgata San Giovanni, in coda a qualche decina di persone che marciano invece, con la banda del paese, per la festa patronale del Santo del luogo. In capo al corteo i valligiani e lo striscione “Resistere con dignità per esistere con gioia”.
9.32 – Antonio Ferrentino, sindaco di Sant’Antonino di Susa, ed ex presidente della Comunità montana della Val di Susa, un tempo leader dei No Tav, poi convertitosi alla causa dell’Osservatorio tecnico di Mario Virano, e poi ancora tornato No Tav “moderato” perché contrario all’attuale progetto della grande opera, si aspetta 30mila persone. Tra i leader della Fiom, anche Giorgio Cremaschi.
9.30 – Sono decine e decine di bambini, con in mano palloncini colorati, ad aprire il corteo dei No Tav che partirà tra poco da Exilles. In mano tengono lo striscione di apertura della manifestazione: un’enorme foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con la scritta “Giù le mani dalla Valsusa”. Sono centinaia le persone arrivate con bus e auto al Forte per protestare “pacificamente”, come aveva detto nei giorni scorsi il leader No Tav Alberto Perino, contro la linea ferroviaria Torino-Lione.
9.10 – Sono decine e decine i ragazzi vestiti nero, incappucciati e armati di caschi che si stanno preparando, nel piazzale della sede Ana, a percorrere la stradina in mezzo ai boschi che conduce all’area del cantiere. Molti vengono da Roma, dal Veneto e da altre regioni d’Italia. Ma sono tornati anche i francesi. Sono pronti, muniti di cartina, a “riprendersi” il cantiere dopo lo sgombero di una settimana fa. Ad attenderli, centinaia di forze dell’ordine.
9.08 – Due i cortei che dalle 9 marceranno per tornare all’ex Libera Repubblica della Maddalena. Il primo, quello più istituzionale e a cui aderirà, secondo le previsioni, il maggior numero di persone, è quello che parte dal Forte di Exilles. Da qui cammineranno i sindaci e gli amministratori della Val di Susa, con in testa Sandro Plano, presidente della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone, contrario all’opera con 24 primi cittadini della valle. Ci sarà anche lo storico leader dei No Tav Alberto Perino, sono attesi Beppe Grillo del Movimento 5 stelle e Paolo Ferrero della Federazione della sinistra, esponenti del wwf, della Fiom, di Sel e Idv. I sindaci della valle hanno già annunciato che non arriveranno fino al cantiere, ma che dirotteranno verso il campo sportivo di Chiomonte per evitare azioni “illegali”. Il secondo corteo, teoricamente quello “della gente di valle” (Exilles era stato individuato come punto di ritrovo per chi “viene da fuori”, e qui stanno arrivando i bus da Torino e da altre parti d’Italia) si sta compattando a Giaglione. Predominante qui è la componente dei centri sociali, e dei cosiddetti ‘black block’.
9.05 – Centinaia di No Tav si stanno radunando a Exilles e a Giaglione, in val di Susa, pronti a marciare fino al cantiere di Chiomonte per protestare contro la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. L’appello è stato lanciato dai leader dei comitati nazionali No Tav lunedì scorso, dopo che duemila uomini delle forze dell’ordine hanno sgomberato l’area della Maddalena, occupata per oltre un mese dal presidio permanente degli oppositori alla grande opera, permettendo cosi’ l’avvio dei lavori per la costruzione del tunnel geognostico preliminare alla linea ferroviaria.
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