Oggi il sottosegretario Costa incontra i sindacati di categoria

 

Continua il pressing per le riaperture delle discoteche a luglio dopo il miglioramento della situazione pandemica in Italia. Il settore, in ginocchio per le misure imposte dal contenimento del contagio da coronavirus, chiede di poter ripartire in sicurezza. Le discoteche sono le uniche, in un’Italia che si avvia a essere tutta bianca a partire dalla metà del mese di giugno, a non avere contezza di cosa accadrà in vista dell’estate.

Oggi l’incontro con il sottosegretario Costa

Già oggi il sottosegretario alla Salute Costa riceverà il Sindacato italiano dei locali da ballo: sul tavolo le istanze dei responsabili del settore per riaprire a luglio nel massimo della sicurezza.

Costa, a Tg2 Italia, afferma che occorre “dare una risposta”. La strada da seguire è condividere un percorso con le Regioni mentre evidenzia che è “intenzione del Governo dare una risposta al settore nella consapevolezza che le discoteche devono riaprire, senza commettere gli errori dello scorso anno”. Le discoteche dunque “vanno riaperte per ballare, non può essere il distanziamento quello che fa aprire”. Due, secondo Costa, i criteri a cui lavorare: “Il contenimento, quindi le capienze ridotte, e l’entrare in sicurezza. Credo che il criterio del green pass possa essere quello da applicare alle discoteche”.

La voce dei gestori

Dall’Alcatraz di Milano, il patron dello storico locale, Lorenzo Citterio, dice: “Se arriva l’ok, siamo pronti a ripartire”. Ma il tema vero, dal suo punto di vista, è “il protocollo a cui sottostare: posso accettare la riduzione di capienza, ma deve essere consentito il ballo, non dover star seduti e distanziati. E poi quali regole adottiamo? Green pass? Tamponi? I tamponi, magari molecolari, hanno un costo, sono una barriera all’ingresso abbastanza alta”. Un ostacolo di fronte al quale “vaccino e green pass appaiono più ragionevoli”. Vuole chiarezza Francesco Susca, proprietario della discoteca Praja di Gallipoli, in provincia di Lecce che chiede di considerare i flussi turistici verso l’estero, in particolare verso i Paesi dell’Est. “I nostri giovani si spostano nei Paesi dell’Est per trascorrere le vacanze estive. Ci sono Paesi” in quell’area “in cui le riaperture sono possibili. In tal modo si pone il problema di eventuali contagi da ritorno”.

Un Sos per riaprire arriva anche dalla Sardegna. “Veniamo considerati l’ultima ruota del carro sotto tutti i punti di vista – sottolinea Piero Muresu, responsabile nel nord Sardegna del Silb, il sindacato dei locali da ballo – Siamo favorevoli al fatto che dal 1° luglio possano aprire solo le discoteche all’aperto con una diminuzione delle capienze: 500 invece che 1000, e solo con tampone negativo o vaccinazione. Ma non possono chiedere ai gestori di controllare i movimenti all’interno del locale, dovremmo pagare decine di persone per la security e non ce lo possiamo permettere”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata