Il commissario all'emergenza Arcuri: "Pronti ad agire in tutte le sedi"

Un milione di persone in Italia ha già ricevuto la prima dose di vaccino contro il coronavirus. A darne notizia è stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottolineando che il nostro Paese “è primo in Ue per numero di persone vaccinate. Un dato incoraggiante che ci spinge ad andare avanti così, mantenendo sempre alta la guardia”. Anche oggi il bollettino del ministero della Salute parla infatti di dati costanti, sia per quanto riguarda i nuovi contagi (16.146, con un tasso di positività intorno al 10%) che i decessi (477). Ma sul fronte delle vaccinazioni le cose stanno andando secondo i piani del Governo, e Conte ha rivolto “un sentito ringraziamento ai cittadini e al nostro Sistema sanitario per la risposta straordinaria”. Il primo milione di vaccinati, ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza, “è il primo incoraggiante passo di questa maratona decisiva per il futuro di tutti noi”.

La campagna vaccinale però potrebbe subire nelle prossime ore un brusco rallentamento perché, come ha spiegato in una dura nota il commissario all’emergenza Domenico Arcuri, “Alle 15,38 di oggi la Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane”. Un disagio che “potrebbe proseguire anche nelle prossime settimane”. Arcuri ha immediatamente chiesto “l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese” dicendosi pronto “a ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi”.

Un intoppo non da poco dopo i primi confortanti passi di un percorso che, a prescindere dalla ‘grana’ Pfizer, richiederà tempo. “L’immunità di gregge – ha spiegato il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza – si raggiunge quando non può più circolare. Normalmente si raggiunge quando si arriva a una certa soglia di popolazione vaccinata, almeno al 60% della popolazione. L’obiettivo è abbattere il numero di casi gravi e morti degli anziani”.

Intanto anche oggi sono 477 i decessi registrati, dopo i 522 di ieri, che portano il totale a 81.325. Sono invece 16.146 i nuovi casi, che con i calcoli abituali significherebbero un tasso di positività intorno al 10% (sono infatti 156.647 i tamponi processati in 24 ore). Ma il ministero della Salute considera, da oggi, nel calcolo anche i test antigenici rapidi (116.859 in un giorno), che portano il totale dei test effettuati a 273.506. Una cosa che diverse Regioni, in testa il Veneto di Luca Zaia, chiedevano da tempo.

Le notizie migliori arrivano ancora una volta dagli ospedali, dove la tensione si allenta, con 35 ricoverati in meno in terapia intensiva (ora sono 2.522) e 269 in meno nei reparti ordinari (in totale i letti occupati sono 22.841). Continuano a calare anche gli attualmente positivi: sono 558.068, 3.312 meno di ieri. Sono infine 18.979 i nuovi guariti.

Una situazione comunque non rassicurante, come ha spiegato Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza: “Ci sono lockdown in tutti i Paesi europei. In questo momento, secondo me ci vorrebbero misure un po’ più forti per 3-4 settimane. Bisogna evitare deroghe, la zona rossa deve essere effettivamente rossa. Il virus circola con le persone, e se fermi le persone blocchi il virus”.

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