I nerazzurri verso la finale con il Psg
Lo scudetto del Napoli lascia rimpianti per i rivali: l’Inter vince a Como ma è inutile, e ora deve pensare solo alla Champions. Aggrappata ad un sogno per 22′ prima di vedere dissolversi l’illusione. L’Inter chiude il campionato con onore e senza rimpianti anche se ne aveva già ingoiati troppi prima di questa ultima sfida.
A Como si scuce lo scudetto dal petto e il successo all’ultima giornata contro i lariani per 2-0 non fa che alimentare nella Milano nerazzurra l’amarezza per le occasioni lasciate per strada durante una stagione infinita che la squadra di Inzaghi vuole celebrare provando tra una settimana ad alzare la coppa europea più bella.
L’Inter in testa ma poi il sogno svanisce
Il piano tattico e psicologico del tecnico piacentino ha funzionato per quasi un tempo per poi evaporare quando dal ‘Sinigaglia’ è arrivata la notizia del gol di McTominay al ‘Maradona’. Prima di allora l’Inter si stava confezionando la serata perfetta. Lasciati i big in panchina, ha trovato la via del gol dopo 20′ con De Vrij, quanto serviva per caricare di tensione e paure i rivali partenopei ancora inchiodati sullo 0-0 contro il Cagliari. Il sogno scudetto però in casa nerazzurra è durato fino al 42′, quando lo scozzese del Napoli ha scacciato via tutte le paure dei partenopei. La rete del raddoppio ad inizio ripresa realizzata da Correa in superiorità numerica per l’espulsione al 44′ di Reina, è beffardamente coincisa con il secondo gol del Napoli con l’ex nerazzurro Lukaku, cristallizzando di fatto gli eventi e spegnendo ogni ipotesi di ribaltone. Le percentuali che potesse realizzarsi il sorpasso all’ultima curva erano minime ma l’Inter ci ha comunque provato consapevole che non doveva illudersi poi troppo.
Ora testa alla Champions
Resta la seconda piazza e quella grinta in più per avvicinarsi a Monaco per la finale di Champions contro il Psg con ancora più fame e cattiveria. Ultima chance per non chiudere una stagione con ‘zero titoli’. A Como Inzaghi, proprio in vista della maxi sfida europea, opera diversi cambi di formazione a partire dall’attacco con Correa e Zalewski alle spalle di Taremi. Panchina per Thuram e Lautaro, così come per Bastoni, Acerbi, Barella e Frattesi. L’Inter parte con tanto possesso palla, crea al 4′ un prima occasione con Darmian che calcia al volo su cross di Dimarco (Perrone salva sulla linea di porta) subendo però la vitalità del Como, fedele a se stesso e al suo gioco fatto di aggressione, coraggio e pressing alto. L’Inter fatica a costruire la manovra dal basso ma i nerazzurri si affidano alla loro arma in più, le palle inattive. E proprio su calcio d’angolo arriva il go che sblocca il match. Su cross di Calhanoglu, De Vrij è lasciato libero di colpire di testa e portare in vantaggio al 21′ i nerazzurri operando il momentaneo sorpasso scudetto sul Napoli che al ‘Maradona’ è ancora fermo sullo 0-0. Sulla panchina dell’Inter, così come in tribuna, si guarda più a cosa accade a centinaia di chilometri dal campo che al ‘Sinigaglia’. I padroni di casa provano a spingere e si fanno pericolosi al 35′ con una deviazione di Smolcic sugli sviluppi di un calcio da fermo, risponde l’Inter con Taremi che viene bloccato in uscita da Reina su un ottimo assist in contropiede di Zalewski. A pochi minuti dalla fine del primo tempo arriva dal ‘Maradona’ la doccia fredda per l’Inter ‘colpita’ dalla rete di McTominay che spegne il sogno scudetto. Con il Como in dieci sul finire della prima frazione per un fallo di Reina (alla sua ultima partita della carriera) su chiara occasione di Taremi, la squadra di Inzaghi ha maggiore spazio per fare valere la sua qualità e al 51′ raddoppia con Correa che con una finta salta Smolcic e poi supera con freddezza Butez. Contemporaneamente arriva il raddoppio di Lukaku al ‘Maradona’. E la storia di questo campionato non ha più nulla da scrivere. A Como si gioca senza eccessivo vigore, i lariani provano a tornare sotto con Cutrone e poi con Da Cunha ma senza esito. Finisce così, l’Inter vince ma non aveva il destino nelle sue mani e la festa scudetto è altrove. Restano le lacrime del capitano Lautaro. Ma la testa è ora sul Psg.
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