L'ex capitano e dirente rossonero ha parlato a Repubblica: "Il mio amore per questi colori resta incondizionato"

Paolo Maldini rompe il silenzio dopo sei mesi dal suo licenziamento e da quello del Ds Massara. La bandiera rossonera, che qualche giorno fa aveva parlato al Poretcast di Giacomo Poretti, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica in cui si è tolto più di qualche sassolino dalla scarpa. 

Manager senza amore e ideali che non rispettano la storia

Nella chiacchierata con Enrico Currò, Maldini ha parlato di alcune figure, senza fare i nomi, che sono entrate a far parte del club e che, secondo lui, non rispettano la storia di un club così prestigioso. “Ci sono persone che sono di passaggio in istituzioni come il Milan, nel mondo dei club di calcio di profilo internazionale, e che non hanno un reale rispetto della sua identità e della sua storia. Spesso sono manager che vengono a lavorare in un grande club di grande prestigio e popolarità anche per migliorare il proprio curriculum e poi andare da un’altra parte”, ha dichiarato Maldini sottolineando di aver atteso del tempo prima perché all’epoca del suo allontanamento avrebbe parlato “troppo di pancia”.

Il mio amore per il Milan è incondizionato

“Una cosa è certa: il mio amore per il Milan sarà sempre incondizionato. Da figlio di Cesare. Da ex capitano. Da papà di Christian e Daniel, che al Milan sono passati. E poi anche da dirigente: sono stati cinque anni fantastici”, ha dichiarato la leggenda rossonera ha parlato del suo addio al club: “Se il Milan è stato venduto a 1,2 miliardi di euro e la proprietà vuole cambiare l’organigramma, ne ha il diritto – ha aggiunto Maldini -. Anche in questo caso, però, le modalità sono importanti e tante cose non sono andate come sarebbe stato doveroso, per rispetto delle persone e dei loro ruoli. Ho dovuto discutere per trovare un accordo e per non rinunciare ai miei diritti, ma avevo detto subito all’ad Furlani che l’ultima cosa che avrei voluto era un contenzioso con il club: vi rendete conto, gli ho spiegato, che sarebbe la seconda causa di una leggenda del club al gruppo proprietario del Milan in due anni, dopo quella (persa!) con Boban?”. Poi un passaggio sulle parole del presidente Scaroni che aveva detto che senza la presenza di Maldini in società il gruppo di lavoro è unito: “Mi dà fastidio come si raccontano le cose. Il Milan merita un presidente che faccia solo gli interessi del Milan, insieme a un gruppo dirigenziale che non lasci mai la squadra sola”.

Pioli fondamentale per Milan ma non va lasciato solo

Maldini ha parlato anche dell’allenatore, scelto proprio da lui. “Stefano andrebbe ringraziato sempre dai tifosi milanisti, il suo lavoro è stato fondamentale per la crescita dei giovani calciatori che sono arrivati al Milan, li ha fatti giocare e li ha aiutati a diventare quello che sono adesso, è stata una figura chiave delle nostre fortune. Vorrei ricordare però che l’allenatore è una tra le persone più sole del mondo del calcio. Dargli compiti che esulano dai suoi lo renderà sempre più solo, se non verrà supportato”, ha detto l’ex capitano

 

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