Mattia Grassani ai microfoni di Radio Punto Nuovo: "Dopo quasi una settimana non ha chiesto un confronto con il club"

“Dopo quasi una settimana di rumors, Spalletti non ha ancora telefonato e chiesto un confronto con De Laurentiis o con il Calcio Napoli. Né lui e né i suoi legali. E questo deve far pensare. Il rispetto delle regole è fondamentale, alla base di qualsiasi soggetto”. Lo ha detto Mattia Grassani, legale del Napoli, ai microfoni di Radio Punto Nuovo. “La clausola di Spalletti col Napoli non è una questione così semplice”, ha spiegato. “E’ un qualcosa arrivato alla fine della negoziazione di un documento di sette pagine, condiviso e firmato da Spalletti, dal Napoli e dai legali di ambedue le parti. Il Napoli ha rinunciato a chiedere un risarcimento danni a Spalletti per la rescissione anticipata del proprio contratto e l’allenatore, dal canto suo, si è impegnato a non svolgere alcuna attività tecnica nel corso della stagione 2023-2024. E questo vale per qualsiasi club o Nazionale”. “Il Napoli – ha proseguito – si è dovuto tutelare dinanzi a questo impegno con un indennizzo economico, in caso di mutamento o di mancato rispetto dell’accordo da parte dell’allenatore. Non esiste dunque nessuna clausola anti-concorrenziale o valida solo per i club, non c’è differenza tra club o Nazionale”.

“Comprendo la posizione degli altri club italiani, che non vorrebbero soldi pubblici versati nelle casse del Napoli”, ha aggiunto Grassani. “La Federazione è di tutti, ma in questa vicenda non c’entra nulla e non ha alcun ruolo dal punto di vista giuridico. Solo attraverso una parte terza o uno sponsor potrebbe giuridicamente versare l’indennizzo, oppure attraverso lo stesso Spalletti. C’è un problema. La Federazione gestisce i soldi di tutti e desterebbe più di qualche perplessità nel versare diversamente la cifra della clausola”.”Spalletti merita per risultati e professionalità la panchina della Nazionale, è la figura più degna e adeguata in questo momento. Non si può, però – ha evidenziato – sottoscrivere un verbale di conciliazione il 18 luglio 2023 e dopo neanche 30 giorni rimettere tutto in discussione. È proprio quell’accordo firmato e condiviso di tutti che ha permesso Spalletti di essere libero, quindi deve essere riconosciuto in toto e non in parte”.

Il legale ha detto di escludere “categoricamente che De Laurentiis chieda il rispetto di questa clausola solo per il gusto di trattenere Spalletti e per imporre il proprio diktat. De Laurentiis e il Calcio Napoli avrebbero voluto proseguire il proprio rapporto con l’allenatore che ha riportato lo Scudetto. Spalletti ha voluto interromperlo in qualsiasi modo, quindi trattenerlo è stato impossibile. De Laurentiis si è soltanto mosso per tutelare la rispettabilità del Calcio Napoli. I 3 milioni di euro non spostano nulla, ribadiamo. I contratti vanno rispettati anche quando qualcuno vuole infrangerli e in tal caso c’è bisogno di una tutela come la clausola”. Se temo una frizione politica tra De Laurentiis, il Napoli e la Figc? La Federazione al momento è solamente uno spettatore privilegiato, che resta alla finestra per vedere cosa succede tra il Calcio Napoli e Luciano Spalletti. Piuttosto, bisogna chiedersi se sarà credibile al pubblico lo scenario di uno Spalletti ct della Nazionale, che dirama le prime convocazioni del proprio ciclo, mentre è in corso un procedimento giudiziario in corso con il Calcio Napoli. Questo è il tema più importante da dover affrontare. Chi allena la Nazionale – ha concluso – non deve avere strascichi legali o contenziosi in essere con nessun club, ma deve avere un rapporto paritario con tutti. Altrimenti si aprirebbero delle strumentalizzazioni che non farebbero bene alla Nazionale, in un momento così decisivo”.

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