La nazionale di Southgate conserva comunque il primato nel girone

Quando a vincere è il desiderio e la paura di non perdere, le emozioni finiscono per annacquarsi ed evaporare anche in un match importante di Euro 2020. Sotto la pioggia di Londra, Inghilterra e Scozia si annullano, la grande rivalità nel derby infuocato tra due etnie che non si sono mai amate, finisce per chiudersi senza reti e con pochi brividi, regalando un punto a testa, prezioso per gli inglesi che mantengono la leadership del girone insieme alla Repubblica Ceca, e lasciando ancora intatte le speranze di approdo agli ottavi per gli scozzesi che si giocheranno ora la qualificazione con i vicecampioni del mondo della Croazia.

A Wembley gli inglesi fanno un passo indietro anche se non sembrano aver mostrato il loro vero volto, provando a gestire il match senza correre troppi rischi e affidandosi solo ad alcune fiammate. Troppo poco per provare a superare i rivali. Kane, atteso ad una prova di riscatto dopo la sfida incolore contro la Croazia, ha continuato a non brillare e anche la cerniera composta da Mont, Foden e Sterling si è limitata ad alcune breve incursioni. Encomiabile la prestazione della Scozia, che nettamente inferiore tecnicamente, ha messo sul campo tutte le sue armi migliori, coraggio, tenacia e cuore provando a sprazzi a fare il grande colpo senza bruciarsi troppo. L’undici schierato da Southgate è risultato il più giovane di sempre in un torneo importante con una media di 25 anni e 31 giorni, ma la Nazionale baby deve ancora crescere, soprattutto in personalità e fame di vittoria. Anche le occasioni finiscono per essere pari, con il palo firmato da Stones e la replica della Scozia con Dykes che si è visto ribattere il suo tiro con una deviazione di testa di Jones sulla linea.

La cronaca della partita

Nell’Inghilterra in avvio l’unica sorpresa è la titolarità di Shaw piazzato a sinistra, con Sterling, Mount e Foden alle spalle di Kane. Nella Scozia invece quattro cambi rispetto al match perso contro la Repubblica Ceca, con l’inserimento di McTominay nei tre di difesa.

Inizio arrembante degli scozzesi che vogliono dare subito segnali di battaglia anche se con il passare dei minuti è l’Inghilterra a prendere possesso del campo, gestire il gioco e provare a fare il match. Al 12′ Stones colpisce il palo staccando più alto di tutti su calcio d’angolo, poi in rapida sequenza ci provano prima Mount e Foden che dopo uno splendido aggancio non inquadra la porta di poco (ma c’era una posizione di fuorigioco). E’ il momento migliore degli inglesi che lentamente arretrano e si spengono. La sfida è fisica, i duelli ingaggiati a centrocampo si fanno sempre più duri mentre sale il coro degli oltre duemila scozzesi che sono riusciti ad acquistare i biglietto (almeno altri 22 mila si erano riversati da ieri a Londra). Con ordine e coraggio la Scozia alza la testa e al 30′ si costruisce una splendida occasione con il terzino O’Donnell con un gran destro al volo respinto da un reattivo Pickford. E’ però il segnale che i ‘bravehearth’ sono vivi e pieni di energie. Si gioca a sprazzi e fiammate, la partita non decolla ma l’Inghilterra sembra giocare con il freno a mano tirato mantenendo un possesso palla poco incisivo mentre cresce la Scozia che al termine del primo pareggia i conti delle conclusioni a rete (quattro). Il terminale offensiva degli inglesi appare annacquato, un po’ come il cielo di Londra.

Nella ripresa la squadra di Southgate prova ad alzare il baricentro con le conclusioni di Mount e Jones dalla distanza e a dare velocità e continuità al gioco con maggiore scambi e tagli a centrocampo. La Scozia si chiude e prova a sfruttare i contropiede. La partita dopo un’ora inizia a prendere ritmo con gli inglesi che sembrano in grado di spingere sull’acceleratore senza però rischiare di andare a sbattere. La Scozia infatti quando riesce a salire si fa pericolosa e sfiora la rete con Dykes che si vede il suo sinistro a botta sicuro ribattuto di testa da Jones sulla linea. Il ct inglese butta dentro il fantasista Grealish al posto di Foden così da scardinare la cerniera scozzese, poi sostituisce Kane (per lui una mezza bocciatura) per Rashford. La Scozia risponde optando per la staffetta tra Gilmour e Armstrong. Ma il match non cambia la sua inerzia. E si va stancamente verso il novantesimo senza ulteriori scossoni. Un pari che alla fine accontenta entrambe le squadre. A Londra era fondamentale non perdere. E tenere alto l’orgoglio.

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