Il Ministro Spadafora dopo il vertice con il mondo del pallone: giusto così. Ma sui campi e società aleggia lo spettro contagi e richiusura
Il pallone torna in campo nei principali stadi italiani. Limati gli ultimi dettagli nel vertice decisivo con tutte le componenti del mondo del calcio il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, può dare l'annuncio: "Il 20 giugno la Serie A tornerà in campo". E l'antipasto sarà ancora più ghiotto. Per far venire immediatamente l'acquolina in bocca agli 'addicted' del pallone dal 13 al 17 si giocheranno le due semifinali di ritorno di Coppa Italia (Napoli-Inter e Juventus-Milan) e la finale nella sede tradizionale dello Stadio Olimpico. Subito tre match di cartello, in chiaro sulla Rai, per permettere agli italiani di tornare a disquisire di qualcosa che sia diverso dallo tsunami che li ha travolti in questi durissimi mesi. Del resto, come sottolinea ancora Spadafora, "ora che l'Italia sta ripartendo è giusto che lo faccia anche il pallone", un messaggio lanciato anche a chi in questi mesi ha soffiato sul fuoco della polemica con "la storiella per cui io o il governo avessimo qualche dubbio sul rispettare l'importanza del calcio".
Inutile però nascondersi dietro a un dito: le difficoltà ci sono, eccome. La più grande resta quella relativa all'eventualità di positività al test per il coronavirus da parte di un calciatore o di un membro delle squadre. Sotto questo aspetto il Comitato tecnico scientifico non ha mollato la presa. La necessità della quarantena è "imprescindibile" scandisce a chiare lettere Spadafora avallando la presa di posizione dagli scienziati. Per questo motivo la Figc, ha già pronti tanto un piano B quanto un piano C. Il primo prevede un accorciamento della stagione con la disputa di playoff e playout, il secondo la "cristallizzazione" del campionato stesso. Sul come questo debba avvenire, e nella speranza che non accada, però il ministro si chiama fuori. Sono questioni che, esattamente come quella relativa agli orari in cui far disputare le partite, le componenti del calcio dovranno discutere in autonomia al loro interno.
Il tasto sul quale Spadafora continua invece a pigiare con decisione è quello relativo alla possibilità di trasmettere in chiaro una sorte di 'diretta gol' da parte dei broadcaster che detengono i diritti. Le interlocuzioni con Sky sono costanti e "positive", rivela il ministro. La speranza è di trovare una soluzione di compromesso che possa accontentare tutti. Con gli stadi rigorosamente sigillati infatti creare assembramenti nei bar per vedere i match in Tv sarebbe un controsenso che da Palazzo Chigi si vuole assolutamente evitare.
Questioni di primaria importanza ma che, almeno in questi primi momenti, possono passare in secondo piano davanti agli occhi dei tifosi che già pregustano i gol dei loro idoli, pure negli stadi deserti da dove però il rumore del pallone giungerà ancora più forte. Un calcio non solo alla sfera di cuoio più amata dagli italiani ma anche alla paura.
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