I supporter rossoneri attaccano la società. Su twitter l'hastag #PioliOut è stato di tendenza per tutto il giorno

Ora è ufficiale: il Milan ha esonerato Marco Giampaolo. Lo ha annunciato lo stesso club con una nota in tarda serata ringraziando il tecnico abruzzese "per l'attività sin qui svolta e gli augura i migliori successi professionali". La panchina di Giampaolo è la seconda a saltare in questo campionato di Serie A dopo quella di Eusebio Di Francesco alla Samdoria (in pole De Biasi, ma piace anche Gattuso). Giampaolo paga un inizio di campionato deludente, con il Milan attualmente decimo in classifica con soli 9 punti frutto di tre vittorie e quattro sconfitte. Al posto di Giampaolo, il club rossonero dovrebbe affidarsi a Stefano Pioli con cui è in dirittura di arrivo una trattativa per un contratto biennale. L'annuncio è atteso nelle prossime ore.

Ormai manca solo l'ufficialità, ma il 53enne tecnico emiliano è l'uomo scelto da Paolo Maldini e Zvonimir Boban per dare una sterzata alla stagione rossonera. Una giornata fiume per la dirigenza e per i tifosi rossoneri, in attesa di novità dopo che nella giornata di lunedì è sfumata la trattativa con Luciano Spalletti. L'ex tecnico dell'Inter era la prima scelta e il Milan aveva anche raggiunto un accordo, ma a far saltare tutto è stata la mancata intesa con l'Inter per la buonuscita. Spalletti è infatti ancora sotto contratto con i nerazzurri dopo l'esonero arrivato a fine stagione. Vista l'impossibilità di ingaggiare Spalletti, il Milan non ha perso tempo e già nella serata di lunedì e successivamente ieri mattina ci sono stati i contatti decisivi con Pioli.

Prima però c'era da comunicare a Giampaolo la decisione di esonerarlo. A turno Maldini, Boban e il ds Riccardo Massara hanno chiamato il tecnico per comunicargli una notizia che era ormai nell'aria. Insanabili le diversità di vedute, a Giampaolo non è bastato neanche vincere l'ultima partita in casa del Genoa. Aldilà dei risultati, il tecnico paga il suo integralismo nel voler a tutti i costi impiantare un sistema di gioco per il quale l'organico non sembrava avere gli interpreti adeguati. Inoltre l'utilizzo con il contagocce dei nuovi acquisti, da Leao a Hernandez fino a Bennacer, anche quando era evidente che con loro in campo la squadra rendeva di più, hanno convinto la dirigenza a chiudere qui questa esperienza.

Ora toccherà a Pioli, a partire dal primo allenamento di oggi pomeriggio, provare a tirare fuori il meglio da una squadra che fin qui è andata a corrente alternata e mostrando evidenti limiti. Per Pioli sarà un ritorno a Milano, dopo la parentesi poco fortunata alla guida dell'Inter nella stagione 2016/2017. Il tecnico emiliano è reduce dall'anno e mezzo alla guida della Fiorentina, fra il 2017 e il 2019, con un ottavo posto nella prima stagione e le dimissioni lo scorso anno con la squadra decima ma in semifinale di Coppa Italia. Il suo miglior risultato da allenatore resta il terzo posto con la Lazio nella stagione 2014/2015, con una finale di Coppa Italia persa contro la Juve. Tecnico duttile, più volte ha usato il 4-3-3 un modulo che dovrebbe adattarsi ai giocatori in rosa.

Il primo compito di Pioli, però, sarà quello di conquistare i tifosi, che non sembrano aver preso bene il suo arrivo al Milan. Su twitter l'hastag #PioliOut è stato di tendenza per tutto il giorno. I simpatizzanti rossoneri attaccano la dirigenza sulla scelta e c'è chi ricorda una dichiarazione del futuro tecnico rossonero quando era sulla panchina dei nerazzurri, 'Sono interista da sempre', pronunciata nel dicembre del 2016, nei suoi primi giorni ad Appiano Gentile. Nel corso del pomeriggio, infine, un tifoso si è presentato dinanzi a Casa Milan per mostrare uno striscione dal testo eloquente: "La pazienza è finita! Boban, Massara, Maldini, Elliott, Gazidis, Scaroni: una società di buffoni!". Un compito non facile, quindi, ma che sicuramente Pioli è pronto ad affrontare con grande entusiasmo e professionalità.

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