I rossoneri si salvano per miracolo e si ritrovano a ipotizzare (più che ipotecare) un futuro in Europa

Al quarto minuto di recupero, all'ultima azione disperata, all'ultimo traversone buttato in mezzo all'area, André Silva si è ricordato di essere un centravanti con un discreto pedigree e ha confezionato il suo primo, bellissimo gol italiano. Il colpo di testa del portoghese ha consegnato al Milan la vittoria e cacciato il Genoa dentro una specie di incubo perché, a leggere i numeri della sfida di Marassi, la sconfitta è punizione troppo severa. Eppure così, con una autentica magia, i rossoneri si ritrovano a fare festa e a ipotizzare (più che ipotecare) un futuro in Europa. In fondo, classifica alla mano, la Champions League è lontana appena sei punti. E la delusione per il ko con l'Arsenal se non è proprio cancellata per lo meno è attenuata.

Non è stata una partita memorabile, quella di Marassi, brutta fino all'intervallo, appena più gagliarda nella ripresa. Una partita ricca di 'tafferugli' a centrocampo, con squadre corte e attente, con qualche guizzo qua e là, con occasioni molto risicate. Nel primo tempo le emozioni si sono ridotte ai minimi termini, giusto una combinazione Rodriguez-Kalinic (9' con paratona di Perin), un traversone di Laxalt sul quale Galabinov è arrivato tardi (25') e il gol annullato a Bonaventura per fuorigioco (43'): poi più nulla. Il Milan è sembrato stanco per le fatiche di Europa League (Biglia, Kessie, Kalinic, Cahlanoglu) e per il fatto che da un mese giocano pressappoco sempre gli stessi; il Genoa ha dato la sensazione di avere più gamba ma di avere anche più timore nel provare a colpire. Per un pezzo, la squadra di Ballardini ci ha provato quasi sempre con le ripartenze e ha lasciato ai rossoneri la gestione del match: una strategia che ha dato pochi riscontri.

 

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