Con la Samp quarta sconfitta stagionale. Tanta confusione sotto il cielo. Allegri deve mettere ordine: a partire dal Barca
Chi ha sbagliato? Non è una domanda retorica tanto che, probabilmente, alla Juventus conoscono già la risposta. O le risposte. La seconda sconfitta in campionato, la quarta stagionale (con Supercoppa, Barcellona), non può essere archiviata alla voce casualità, anche perché da tempo sembra che si sia inceppato qualcosa nella favolosa macchina da trionfi bianconera.
Sono mesi, ormai, che Massimiliano Allegri si esprime con toni esigenti nei confronti della squadra, spesso il "così non va bene" ha accompagnato le analisi del 91esimo e dintorni. Disagi palpabili, cattivi funzionamenti abbastanza rumorosi per chi era abituato a celebrare la (quasi) perfezione. Poche volte quest'anno la Juventus ha saputo fare la Juventus: nel derby, a San Siro con il Milan, qualche mezza partita, prima o dopo improvvisi e pericolosi black out.
In poco più di tre mesi, da agosto in avanti, sono affiorati i disagi di Higuain (poi rientrati), il nervosismo di Dybala (dopo una partenza super), la rabbia di Lichtsteiner (per l'esclusione dalla Champions League), la furia di Khedira (per la sostituzione con lo Sporting), molte 'scappottate' di Allegri e qualche misunderstanding fuori protocollo: basta e avanza. In poco più di tre mesi, la Juventus non ha ancora una identità precisa, hanno giocato tutti e si fatica a capire – salvo eccezioni – chi sia titolare e chi riserva.
A cominciare dal portiere, otto presenze per Buffon, cinque per Szczesny: totale 14 gol presi in 13 gare, numeri che fanno accapponare la pelle degli statistici. Poi le sliding doors a centrocampo, poi il dentro-e-fuori degli esterni, alcuni irriconoscibili come Alex Sandro. Allegri sta cercando la sua Juventus, a costo di cambiare sistema di gioco (dal 4-2-3-1 al 4-3-3 o al 4-3-1-2) e di compiere scelte dolorose. Di sicuro non lo aiutano i nuovi arrivati, per adesso ancora nettamente al di sotto delle attese.
La sensazione che Giuseppe Marotta abbia sbagliato mercato monta come la panna: da De Sciglio a Howedes, da Bernardeschi a Douglas Costa gli interrogativi si sommano uno all'altro a fronte di una spesa che sfiora i 180 milioni di euro, tra riscatti e pagherò. E, si sa, gli errori dell'ad cadono a cascata sulla squadra. Il Barcellona potrebbe essere il punto di svolta dopo la Sampdoria, il severo monito di Chiellini e parecchio altro. L'inversione di rotta non deve essere fine a se stessa o alla Champions League ma un cambiamento di atteggiamenti. In campo e fuori.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata