Era stato recuperato stremato e affamato

Liberato un grifone salvato a dicembre dai militari di Magliano de’ Marsi (L’Aquila). “Oggi registriamo un grande successo per la tutela della biodiversità ed è per questo che abbiamo lavorato intensamente, per permettere al giovane avvoltoio di tornare libero al più presto. giovane grifone è stato liberato dalle voliere di acclimatazione della Riserva naturale orientata monte Velino gestita dal reparto carabinieri biodiversità dopo le cure necessarie”. Lo ha detto Monica Sciarra, comandante del reparto carabinieri biodiversità di Castel di Sangro (L’Aquila).

I carabinieri hanno recuperato il grifone stremato e affamato per il lungo viaggio che questa specie è solita effettuare soprattutto in età giovanile. L’uccello è stato ospitato nelle ampie voliere della riserva del Velino e sottoposto alle prime cure dei servizi veterinari dell’Asl Avezzano Sulmona L’Aquila. I veterinari lo hanno tenuto sotto controllo e hanno monitorato il suo stato di salute. Dopo alcune settimane di degenza, l’animale a cui è stato dato il nome Ovidio, ha potuto recuperare forza e abilità nel volo e per permettere il successivo rilascio in natura è stato anche sottoposto ad una ulteriore serie di esami clinici con la collaborazione e la consulenza del Centro recupero animali selvatici dei carabinieri di Pescara e del personale veterinario del Parco nazionale della Maiella che hanno definitivamente accertato che per l’animale era il momento di tornare in libertà. Inanellato e dotato di trasmettitore gps per seguirne gli spostamenti e poter intervenire immediatamente in caso di difficoltà, il grifone è stato liberato nei pressi di una delle colonie riproduttive presenti in Abruzzo.

“I grifoni sono necrofagi obbligati e molto efficienti, scoprono molto velocemente ampi territori e altrettanto velocemente consumano le carogne, pertanto non solo contribuiscono ad arricchire la diversità biologica, ma con la loro azione di ‘ripulitura’ hanno un ruolo nell’accelerare i cicli della materia, nel rallentare o impedire la diffusione di alcune malattie e costituiscono un valido aiuto all’ambiente perché eliminano le carogne, tanto da essere anche definiti ‘gli spazzini delle montagne’ – ha aggiunto il comandante – Per questo motivo questi avvoltoi sono stati oggetto di un importante progetto di reintroduzione nell’Appennino Abruzzese a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso e ad oggi l’Arma dei Carabinieri si occupa, attraverso il Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro, di studiare questa specie attraverso azioni di tutela e monitoraggio. Questa attività viene svolta in sinergia con altri reparti ed enti quali il reparto carabinieri biodiversità di L’Aquila e con l’associazione Rewilding Apennines – ha concluso – Questo lieto fine pertanto è dovuto alla stretta opera di collaborazione tra i reparti biodiversità distribuiti sul territorio e coordinati dal raggruppamento carabinieri biodiversità Roma ed è grazie a lavoro di tutti coloro che si sono impegnati a vario titolo per la buona riuscita della stessa che oggi possiamo raccontare il successo della liberazione di Ovidio, di cui oggi controlliamo gli spostamenti grazie al gps di cui è dotato”. 

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