L'allarme in occasione della Giornata mondiale del suolo

Il degrado del suolo è un pericolo per il Pianeta. Tanto che ne perdiamo 500 ettari ogni 30 minuti. In particolare la salinizzazione è una minaccia alla sicurezza alimentare globale. E’ su questo che la Fao accende i riflettori, in occasione della Giornata mondiale del suolo, facendo presente in un nuovo rapporto che il 55% dei Paesi non ha capacità adeguate per la sua analisi.
Secondo le Nazioni Unite oltre 833 milioni di ettari di suoli in tutto il mondo sono già colpiti dalla salinizzazione; questo – viene spiegato “rappresenta un grave rischio per la sicurezza alimentare in tutto il mondo”. Alcune delle regioni del Pianeta “più colpite si trovano in Asia centrale, Medio Oriente, Sud America, Nord Africa e Pacifico”. Tema che nello specifico è dedicato alla Giornata mondiale di quest’anno: ‘Arresta la salinizzazione del suolo, aumenta la produttività del suolo’.

Per la Fao “il suolo è il fondamento dell’agricoltura; gli agricoltori dipendono dal suolo per produrre circa il 95% del cibo che mangiamo. Eppure, i nostri terreni sono a rischio”. Tra le criticità la Fao individua le pratiche agricole non sostenibili, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, l’aumento della popolazione mondiale.

“Oggi oltre il 33% dei suoli mondiali è affetto da forti limitazioni per la produzione di alimenti – afferma il presidente del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) Carlo Gaudio – mentre continuiamo a perderne ogni mezz’ora 500 ettari: uno scenario drammatico in cui le terre da destinare all’agricoltura sono ormai limitatissime”. Il suolo – spiega Gaudio – “sostiene il 90% di tutta la produzione di alimenti, mangimi, fibre e combustibili. E’ un bacino di carbonio globale, che svolge un ruolo fondamentale nel potenziale rallentamento del cambiamento climatico. Purifica e regola le acque, è il motore per cicli di nutrienti. E in esso risiede oltre il 90% della biodiversità del Pianeta in termini di organismi viventi”. Basta pensare che “solo nei primi cinque centimetri di suolo vivono i microrganismi che mineralizzano la frazione organica: perderli significa compromettere la fertilità dei nostri campi”.

Per Confagricoltura “un suolo in buona salute può contribuire in modo importante a mitigare il cambiamento climatico, preservando la biodiversità e gli ecosistemi”; gli agricoltori legati alla terra “custodiscono ogni giorno questo patrimonio da cui dipende oltre il 95% della produzione di cibo, e quindi la vita dell’uomo”. Il suolo agricolo, “per mantenersi fertile va ‘curato’, più che conservato”. E il fenomeno della salinizzazione danneggia 3,8 milioni di ettari di suolo in Ue, compromettendo la fertilità dei terreni, riducendo le rese colturali e la qualità dei prodotti alimentari”.
Secondo la commissione Europea “circa il 70% dei suoli nell’Ue non è in buone condizioni”: degrado forestale e disboscamento, desertificazione, erosione, impermeabilizzazione e dissesto idrogeologico si traducono in un impoverimento dei terreni. Questo a fronte di una popolazione mondiale che nel 2050 raggiungerà i 10 miliardi di persone. E in base ai dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) “tra il 2012 e il 2020 in Italia si stima ci sia stata una perdita potenziale, a causa del consumo di suolo, di oltre 400mila tonnellate di prodotti agricoli”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata