A livello globale, il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati
Per l’Europa l’anno scorso è stato il più caldo mai registrato. Lo si legge nel rapporto European State of the Climate 2020, compilato dal Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Center Medium Weather Forecast – ECMWF), per conto della Commissione europea. L’autunno e l’inverno 2020 sono stati i più caldi di qualsiasi anno precedente per cui C3S disponga di dati. Le temperature invernali sono particolarmente notevoli, con 3,4° C in più rispetto alla media 1981-2010, 1,4° C in più rispetto al secondo inverno più caldo mai registrato. A livello globale, il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati.
Anche le temperature nella Siberia settentrionale sono state eccezionali, raggiungendo più di 6° C sopra la media per l’intero anno; questa è stata la più grande anomalia della temperatura annuale osservata nel corso del 2020. Il rapporto rivela che le concentrazioni atmosferiche dei gas a effetto serra, di anidride carbonica e metano hanno continuato ad aumentare a lungo termine e hanno raggiunto i massimi dal 2003, quando sono iniziate le osservazioni satellitari. Le concentrazioni di CO2 nel 2020 secondo le stime preliminari sono aumentate dello 0,6%, anche se a un tasso leggermente inferiore rispetto agli ultimi anni, e quelle di CH4 più rapidamente, di quasi lo 0,8%. La diminuzione della crescita della CO2, di circa 0,2 ppm rispetto al 2019, potrebbe almeno in parte essere dovuta alle ridotte emissioni di combustibili fossili da attività limitate legate alla pandemia COVID-19. Tuttavia, la grande variabilità naturale rende difficile quantificare i diversi contributi a questo aumento più lento.
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