Il nipote: "Lui e la moglie Grace sono pronti a morire per ciò che è giusto e non hanno intenzione di dimettersi"

Centinaia di manifestanti, in strada per cacciare il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, marciano verso la residenza ufficiale del presidente 93enne, ad Harare, nella capitale. Alcuni sono stati fermati dall'esercito. Lo slogan ufficiale della manifestazione è 'Mugabe must go' (Mugabe se ne deve andare): una mobilitazione appoggiata dall'esercito, che da giorni ha preso il controllo del Paese e sta orchestrando un 'golpe morbido' nei confronti di Mugabe, al potere dal 1980.

Nella mattinata, decine di migliaia di persone hanno invaso la capitale cantando, ballando e abbracciando i soldati in un'ondata di euforia per la caduta del governo di Mugabe dopo 37 anni. Alcuni cittadini l'hanno definita una seconda liberazione dopo il dominio britannico. Al momento Mugabe si trova agli arresti domiciliari nel suo sontuoso complesso 'Blue Roof' di Harare. La sua caduta ha messo in allarme un certo numero di leader africani, da Yoweri Museveni dell'Uganda a Joseph Kabila della Repubblica democratica del Congo, che stanno affrontando crescenti pressioni nei loro Paesi perché si facciano da parte.

Per alcuni africani, Mugabe resta un eroe nazionalista, l'ultimo leader dell'indipendenza del continente e un simbolo della lotta per eliminare l'eredità di decenni di dominio coloniale. Ma per molti altri in patria e all'estero viene considerato un dittatore felice di ricorrere alla violenza per mantenere il potere e per far funzionare un'economia, un tempo promettente.

Il nipote di Mugabe, Patrick Zhuwao, parlando a Reuters da una località segreta del Sudafrica, ha dichiarato che il presidente e la moglie Grace sono "pronti a morire per ciò che è giusto" e non hanno intenzione di dimettersi per legittimare quello che hanno definito un colpo di stato. 

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