Il risiko delle commissioni complementare al completamento della squadra di governo

Sul rinnovo delle commissioni permanenti in Senato (in programma il 20 gennaio alle 13) i giochi sono ancora aperti e il cambio alle presidenze sarà complementare al completamento della squadra di governo. Due le presidenze pronte a traslocare: la commissione Giustizia e quella dei Lavori pubblici. A sostituire Francesco Nitto Palma di Forza Italia fino ad oggi il candidato più accreditato sembrava Nico D'Ascola (Ap) che, confermano fonti parlamentari, sembra invece proiettato verso via Arenula, come viceministro della Giustizia, mentre Enrico Costa, attuale titolare, sarebbe promosso a ministro degli Affari regionali, dicastero vuoto ormai da mesi. Resta così ancora da sciogliere il nodo commissione. Fonti accreditate confermano una trattativa ancora aperta a cui potrebbe partecipare anche Ala, il partito di Denis Verdini.

 

L'altra sostituzione obbligata è quella dell'altro senatore azzurro, Altero Matteoli, anche lui presidente nominato durante il periodo delle larghe intese. Sembra ormai certo che sia Raffaele Ranucci il futuro presidente. Anche Andrea Marcucci, alla guida della commissione Istruzione, sembrerebbe essere dirottato al ministero del Lavoro a sostituire l'attuale sottosegretario, Teresa Bellanova, che invece dovrebbe andare a ricoprire l'incarico di viceministro al Mise. Si dovrebbe colmare anche la casella alla Farnesina con Enzo Amendola il più accreditato a ricoprire la carica di viceministro agli Esteri. Rientrate invece le voci di avvicendamenti alle presidenze affidate a esponenti della minoranza Dem, come Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria, Vannino Chiti alle Politiche europee e Rosy Bindi alla bicamerale Antimafia. Tutti e tre dovrebbero essere confermati.

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