Sul Washington Post il whisterblower Chris Wylie accusa l'ex stratega di Trump

L'ex stratega di Trump, Steve Bannon, ha supervisionato i primi tentativi di Cambridge Analytica di raccogliere dati su Facebook come parte di un ambizioso programma per costruire profili dettagliati di milioni di elettori americani. Lo ha rivelato, secondo quanto riferisce il Washington Post, Chris Wylie, dipendente di Cambridge Analytica fino alla fine del 2014.

Secondo Wylie, quell'anno la compagnia proprio sotto Bannon identificò e testò il potere dei messaggi anti-establishment che in seguito sarebbero emersi come temi centrali nei discorsi della campagna di Trump.

Anche la Federal Trade Commission (Ftc), un'agenzia governativa americana per la protezione dei consumatori e la concorrenza, ha aperto un'indagine sullo scandalo che rafforza la pressione sulla società di Mark Zuckerberg e deve accertare che Facebook abbia rispettato i suoi impegni nel ricercare il consenso degli utenti prima di raccogliere i loro dati personali e condividerli con altre società, secondo il Wall Street Journal. Se così non fosse, la Ftc potrebbe imporre una sanzione di 40.000 dollari per ogni violazione constatata, secondo quanto riporta invece il Washington Post.

Dura la reazione del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: "Vogliamo sapere, conoscere e capire se c'è stata violazione dei dati. L'Europa è il più grande mercato dei social network, dobbiamo difendere la libertà. Zuckerberg deve spiegare". E ha concluso: "Mi auguro che nel prossimo bilancio europeo ci sia una entrata proveniente dalla tassa sui giganti del web così non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini europei".

Dopo il crollo iniziato lunedì e arrivato al -5% martedì, Facebook ha subito un nuovo tonfo per le sue quotazioni in borsa e ha perso un totale di 9 miliardi di dollari. Da segnalare tuttavia che, negli ultimi tre mesi, Zuckerberg – convocato dal parlamento britannico e dall'Ue – ha venduto più azioni Facebook di quanto abbia fatto qualsiasi altro insider di una società quotata a Wall Street. Negli ultimi tre mesi non c'è stato, di fatto, nessun insider selling di una tale portata in nessun'altra società quotata in borsa, stando al report Vickers Weekly Insider di Angus Research.

 

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