"L'inchiesta mani pulite è stata fermata proprio quando si è collegata investigativamente a mafiopoli"

"Il tritolo era pronto anche per me". È il racconto di Antonio Di Pietro in occasione delle celebrazioni per i 25 anni dalla morte del giudice Paolo Borsellino. "Così – ha aggiunto – hanno raccontato i pentiti. Grazie a Dio con me si sono fermati alla delegittimazione. L'inchiesta mani pulite è stata fermata proprio quando si è collegata investigativamente a mafiopoli. Quando interrogavo imprenditori delle massime imprese del Nord, mi raccontavano come stavano i fatti solo fino a quando non si parlava di Sud. Quando arrivava il momento di parlare di mafia, mi dicevano 'Di Pietro arrestami, ma se parlo loro mi ammazzano'. Quello che ho scoperto io prima di me lo avevano capito i Falcone e i Borsellino. Quando arrivai al punto, fui costretto a dimettermi da un'opera di delegittimazione per potermi difendere in tribunale da comune cittadino. Sono stato fortunato, ho trovato questo sistema al posto del tritolo".

Sui depistaggi dopo la morte di Borsellino: "Al funerale di Falcone incontrai personalmente Borsellino e lui mi disse 'Antonio, facciamo presto, non abbiamo più tempo'. Lui sapeva che ormai si era arrivati a un punto critico. Era arrivata l'informativa dei Ros, c'era anche il mio nome tra quelli che dovevano morire. Io sono stato assistito dal sistema

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