Dopo la fuga in avanti di Delrio il presidente del Pd Renzi predica cautela e ribadisce il sostengo al governo

Paolo Gentiloni conferma l'impegno del Governo ad approvare lo Ius soli entro la fine della legislatura. L'ok arriverà entro l'autunno, aveva detto quando prima dell'estate si era visto costretto a rimandare l'approvazione di quella che aveva definito "una legge di civiltà". Ed entro l'autunno sarà, ribadisce. "Io non devo ricordare quando comincia e quando finisce l'autunno, penso sia una consapevolezza acquisita – prova a ironizzare – Resto alle parole che ho detto alcune settimane fa. E' un lavoro da fare".

Il premier è ben consapevole della difficoltà dell'impresa: in questo momento, in Parlamento come nel Paese, la maggioranza è contraria alla legge sulla cittadinanza. La paura la fa da padrone e il capo del governo prova fare chiarezza: "Non sovrapponiamo il tema degli sbarchi e dell'immigrazione al tema della cittadinanza. Ci sono dei punti di contatto ma sono temi abbastanza diversi", sottolinea.

Dopo la fuga in avanti di Delrio il presidente del Pd Renzi predica cautela e ribadisce il sostengo al governo. "Ho lasciato – dice – che fosse il presidente del Consiglio a decidere se mettere la fiducia. Se la mette noi la votiamo, se non la mette ovviamente non la votiamo ma non facciamo polemica con il presidente del Consiglio. E ancora: "Minniti e Delrio la pensano allo stesso modo. Il punto vero è se in questo Parlamento in cui il Pd non ha la maggioranza ci sono i voti per approvare lo Ius soli"

Il traguardo, tuttavia, non è affatto semplice da raggiungere. L'unico modo di evitare l'ostruzionismo degli emendamenti delle opposizioni ed eventuali ritorni alla Camera sarebbe quello di mettere la questione di fiducia, ma su questo la maggioranza è spaccata, con i ministri di Area popolare intenzionati a tenere il punto. A nulla vale il tentativo del presidente Pd Matteo Orfini che invita i ministri dem a forzare la mano. "Portare in aula il testo senza la garanzia che venga posta la fiducia significa ammazzare lo ius soli. Quella garanzia ad oggi ancora non c'è. Quindi quella scelta non è un atto di paura, ma di assoluto buon senso che serve a non far naufragare la possibilità di approvarla. Ai ministri che chiedono lodevolmente di accelerare, suggerisco di lavorare più rapidamente per sciogliere il nodo fiducia. Perché è proprio a loro che compete questa decisione", dice duro.

La risposta dei centristi viene da chi non siede più in Consiglio dei ministri, ma era stato il primo ad esultare dopo il rinvio del provvedimento in Senato. "Questo balletto per cui su ogni problema si fa un passo avanti e due indietro sempre e solo per polemiche tutte interne al Pd è diventato stucchevole. Orfini si metta il cuore in pace, la richiesta di fiducia spetta al presidente del Consiglio, e il Consiglio dei ministri è un organo collegiale nel quale i ministri di Alternativa popolare non daranno mai l'assenso alla fiducia. La questione era stata risolta con buon senso, con equilibrio e con responsabilità. Non ha nessun senso riaprirla ora", mette nero su biaco il presidente dei deputati di Alternativa popolare Maurizio Lupi.

A nulla valgono gli appelli dei presidenti delle Camere. "Il provvedimento sullo ius soli è nell'altro ramo del Parlamento ed aspettiamo di capire gli sviluppi. Ma penso sia molto atteso da molti giovani che sono nati in Italia. Credo sia conveniente per tutti farne dei buoni cittadini", dice la presidente della Camera Laura Boldrini. E Pietro Grasso, direttamente interessato, dichiara: "L'importante è che si arrivi, io mi sono impegnato su questo profilo".

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