A difendere la Mela anche l'ex analista della Cia Edward Snowden
L'ex analista della Cia, Edward Snowden, e l'amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, si sono schierati a favore di Apple contro il governo degli Stati Uniti e l'Fbi in relazione all'ordine di un giudice federale che obbliga la compagnia a sbloccare il cellulare i-Phone di uno degli autori della sparatoria di San Bernardino in California, Syed Farook.
"Obbligare le aziende ad abilitare l'hacking rischia di compromettere la privacy degli utenti", ha scritto su Twitter Pichai. "Costruiamo prodotti sicuri per proteggere le informazioni e diamo alle forze di sicurezza accesso ai dati in base a una sentenza. Ma questo è molto diverso dal pretendere che una compagnia permetta l'hackeraggio degli apparati e dei dati. Potrebbe essere un precedente pericoloso", ha aggiunto Pichai, auspicando la prosecuzione di una discussione attenta e aperta sul tema.
1/5 Important post by @tim_cook. Forcing companies to enable hacking could compromise users’ privacy
— sundarpichai (@sundarpichai) 17 Febbraio 2016
Anche il numero uno di Apple, Tim Cook aveva scritto una lettera in cui definiva "spaventose" le possibili conseguenze della richiesta del governo americano. "Una volta creata la tecnica potrebbe essere utilizzata un'altra volta in altri dispositivi", ha avvertito Cook
Dal canto suo anche Snowden ha difeso la posizione di Apple, scrivendo su Twitter che "l'Fbi sta creando un mondo in cui i cittadini fanno affidamento su Apple perchè difenda i loro diritti, non il contrario".
#Google CEO on @FBI demands that companies remove security measures from customers' devices. https://t.co/kvJpRmwEt4
— Edward Snowden (@Snowden) 18 Febbraio 2016
Secondo l'ordinanza del giudice Sheri Pym, Apple deve consentire all'Fbi "l'assistenza tecnica" per accedere al dispositivo mobile di Farook, forzando il codice criptato per disattivare il sistema di sicurezza che altrimenti eliminerebbe i dati del telefono.
La Casa Bianca ha difeso la sentenza, spiegando che si tratta di un caso isolato. Il Dipartimento di Giustizia e l'Fbi "non chiedono a Apple di ridisegnare o creare un nuovo accesso secondario a uno dei loro prodotti", ha fatto sapere il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.
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