Manuel Poletti nel mirino per i fondi pubblici ricevuti dal settimanale che dirige

“Io privilegiato? Non direi proprio. Lavoro part time come direttore di un settimanale e guadagno 1800 euro al mese”. Manuel Poletti, giornalista figlio del ministro, respinge in un'intervista a La Stampa le accuse a suo padre che lo hanno coinvolto. La testata che dirige è finita nel mirino perchè percepisce fondi pubblici: “Il mio settimanale 'Settesere' si è fuso con 'Qui magazine', che già percepiva fondi pubblici da anni come altre testate. E’ successo nel 2013, e mio padre neppure pensava a fare politica”, si giustifica Manuel Poletti, che nega di aver goduto di vie preferenziali. ”Faccio il giornalista da vent’anni, per 10 sono stato precario”, spiega, precisando di essere stato anche lui all’estero per un periodo. Il ministro del Lavoro aveva puntato il dito proprio contro i giovani migrati all'estero, dicendo che “se 100mila giovani se ne sono andati dall'Italia, non è che qui sono rimasti 60 milioni di 'pistola'. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perchè questo Paese non soffrità a non averli più tra i piedi”. Altra gaffe l'attacco ai fuori corso: “Prendere una laurea con 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prenderne una con 97 a 21 anni”, aveva detto Giuliano Poletti; il figlio, che ha 42 anni, ha il diploma e spiega a La Stampa che gli mancano pochi esami per laurearsi. Una serie di uscite che hanno procurato al ministro una mozione di sfiducia: “E' uno che non molla – spiega il figlio Manuel -, non si dimetterà”.

 

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