Presentato il percorso della edizione 101 della corsa rosa. Partenza in Israele il 4 maggio e arrivo nella capitale il 27. La novità è la presenza del britannico

Da Gerusalemme a Roma, con partenza in Israele il 4 maggio e arrivo nella capitale il 27. Non un pellegrinaggio religioso, bensì il percorso dell'edizione numero 101 del Giro d'Italia, svelato nella presentazione svoltasi negli studi Rai di Milano. Nel mezzo un omaggio a Michele Scarponi con il passaggio nella sua Filottrano e uno, nella decima tappa, alle vittime di Rigopiano. Non potevano poi mancare le grandi salite, su tutte il ritorno dello Zoncolan, arrivo in quota della 14/a tappa, che mancava dal 2014. Senza dimenticare Prato Nevoso, il Colle delle Finestre con il suo temibile sterrato e lo Jafferau, le montagne che decideranno la Corsa Rosa nell'ultima avvincente settimana prima della passerella finale a Roma.

Sul palco erano presenti Tom Dumoulin, a sorpresa vincitore l'anno scorso, e i due alfieri italiani Fabio Aru e Vincenzo Nibali. A rubare la scena a tutti però, poco prima della fine della presentazione, è stato un altro corridore. Con un video messaggio di pochi secondi, breve ma incisivo. "Ciao a tutti, ci vediamo al Giro 2018". Firmato Chris Froome. Il quattro volte vincitore del Tour de France, nonché trionfatore della Vuelta del 2017, proverà infatti a vincere la terza grande corsa a tappe in serie per poi puntare anche al Tour e ripetere la storica accoppiata che riuscì per l'ultima volta a Marco Pantani nel 1999.

"È una situazione unica per me, avendo vinto il Tour e la Vuelta. E ora ho l'opportunità di andare al Giro e tentare di vincere un terzo Grand Tour consecutivo – ha dichiarato il britannico in una nota pubblicata sul sito del team Sky -. È davvero emozionante essere in grado di affrontare una nuova sfida, fare qualcosa che forse la gente non si sarebbe aspettata. Per me è una motivazione completamente nuova vedere se riesco a realizzare qualcosa di speciale il prossimo anno". Il corridore britannico si è poi soffermato sul suo legame col Belpaese. "Mi sento come se la mia carriera in bicicletta fosse iniziata in Italia in qualche modo. Ho vissuto lì per tre anni quando ho iniziato la mia carriera come professionista, quindi avere l'opportunità di tornare al Giro nella posizione in cui mi trovo ora, e con l'opportunità che ho, mi sembra in qualche modo come chiudere un cerchio", ha raccontato il keniano bianco, che non partecipa alla Corsa Rosa dal 2010, ovvero da prima di diventare il campione che è attualmente.

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