Polemiche sull'ex avvocatessa del democristiano e new entry nel partito. Salvini replica: "Orgoglioso della mia scelta"

Scontro nella Lega su Giulia Bongiorno, nota avvocatessa ed ex parlamentare Fi e Fli che sarà capolista per il partito in diversi territori. E il primo a pungere Matteo Salvini per la scelta è il governatore della Lombardia Roberto Maroni: "Giulia Bongiorno: 'Questa Lega nazionale l'avrebbe approvata anche Andreotti'. È davvero cambiato il mondo: io e Bossi quelli come Andreotti li abbiamo sempre combattuti".

La replica del leader del Carroccio non si fa attendere: "Sono orgoglioso della scelta per la Lega di Giulia Bongiorno, delle sue battaglie per la sicurezza, la legalità, la legittima difesa e la difesa dei diritti e della libertà delle donne, come per la legge sullo stalking che ha salvato tante vite. Io guardo al futuro, e nel futuro c'è che la Lega governerà questo Paese". 

La stessa avvocatessa entra nel merito: "Non ho da replicare a Maroni. Io oggi mi candido perchè voglio fare battaglie su sicurezza, legalità, immigrazione, legittima difesa e certezza della pena. Per favore non mi toccate Andreotti". E su Salvini aggiunge: "Non c'è stata la scintilla, non mi ha portato i fiori. È stato il capire che andando oltre le apparenze è una persona che può fare le cose. Ho incontrato politici che non avevano idee precise. Lui le ha e su sicurezza, immigrazione e tanto altro la pensiamo allo stesso modo. Non è il rozzo ignorante che parla a vanvera". 

Sulla polemica dice la sua anche un ex leghista di ferro come Flavio Tosi, che non perde l'occasione per attaccare Salvini. "Nulla da dire su Giulia Bongiorno, se non che si tratta di uno stimato avvocato particolarmente attivo nelle battaglie civili alla quale va il mio più sincero in bocca al lupo. Sul segretario del Carroccio invece c'è da dire che, ce ne fosse stato bisogno, con la scelta di inserire nelle proprie liste una persona che – legittimamente dato che siamo in democrazia – in passato ha sostenuto Fini e Monti, e che si è candidata alla presidenza della Regione Lazio contro il centrodestra, ha gettato la maschera". 

"Il veto – prosegue Tosi, socio fondatore di Noi con l'Italia – messo sul sottoscritto su una possibile candidatura in un collegio uninominale (che peraltro non ho mai preteso) all'interno della coalizione di centrodestra si è rivelato, ma non c'erano dubbi, esclusivamente personale e non politico. E non avrebbe potuto essere altrimenti, dato che né io né i miei parlamentari abbiamo mai votato la fiducia a un governo di centrosinistra. Abbiamo solamente sostenuto il "sì" al referendum costituzionale, che per contenuti era più di destra che di sinistra (ricordo che uno dei due relatori era stato il leghista Calderoli), e che è stato politicizzato (con grave colpa) dall'allora premier Renzi, non certo da noi. Salvini continua a raccontare menzogne, e la cosa grave non è che si inventi 'bufale' sul mio conto, quanto che continui a raccontarle agli italiani solo per cercare qualche consenso in più".

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