Prevost alla sua prima Messa da Pontefice nella Cappella Sistina: "Oggi la fede ritenuta assurda, si preferiscono denaro e successo"
Papa Leone XIV ha celebrato la sua prima messa con il collegio cardinalizio nella Cappella Sistina. Prevost poi ha tenuto la sua prima omelia, iniziando in lingua inglese “Siamo una comunità, amici di Gesù. Mi avete chiamato per portare una croce e per essere benedetto per questa missione e voglio che anche voi camminiate con me”, ha affermato il Pontefice, rivolgendosi ai cardinali.
La Chiesa “sia sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo. E ciò non tanto grazie alla magnificenza delle sue strutture o per la grandiosità delle sue costruzioni – come i monumenti in cui ci troviamo –, quanto attraverso la santità dei suoi membri, di quel ‘popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa’, è la riflessione del Santo Padre., secondo cui la Chiesa che è in Roma è “chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale”.
Prevost: “Oggi la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, si preferiscono denaro, successo e tecnologie”
“Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere. Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito”, le parole di Leone XVI. Per quanto riguarda l’annuncio del Vangelo “Dio, chiamandomi attraverso il vostro voto a succedere al Primo degli Apostoli, questo tesoro lo affida a me perché, col suo aiuto, ne sia fedele amministratore a favore di tutto il Corpo mistico della Chiesa”, spiega il Pontefice.
La riflessione su Gesù: ” Cristo ridotto a leader carismatico, molti battezzati vivono ateismo di fatto”
La missione della Chiesa urge dove la mancanza di fede “porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”, prosegue il Papa, che rivolge il suo pensiero alla figura di Cristo: “Anche oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto. Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore”.
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