Il pontefice nel corso dell'omelia allo stadio Re Baldovino a Bruxelles: "Nessuna copertura su casi, vescovi denuncino"

Il male non si nasconde, il male va portato allo scoperto. Che si sappia. Come hanno fatto alcuni abusati e con coraggio, che si sappia. E che sia giudicato l’abusatore, sia laico, prete o vescovo. Che sia giudicato”. Così Papa Francesco nel corso dell’omelia allo stadio Re Baldovino a Bruxelles.

“Pensiamo a quello che accade quando i piccoli sono scandalizzati, colpiti. Abusati. Da coloro che dovevano averne cura. Alle ferite di dolore, di impotenza innanzitutto nelle vittime, ma anche nei loro famigliari e nell’intera comunità. Con la mente e con il cuore torno alle storie di alcuni di questi piccoli che ho incontrato l’altro ieri. E ho sentito la loro sofferenza di abusati. E lo ripeto qui: nella Chiesa c’è posto per tutti, tutti, tutti. E tutti saremo giudicati. E non c’è posto per l’abuso. Non c’è posto per la copertura dell’abuso. Chiedo a tutti: non coprire gli abusi. Chiedo ai Vescovi: non coprire gli abusi. Condannare gli abusatori e aiutarli a guarire da questa malattia dell’abuso” ha aggiunto il pontefice. Queste parole sono state seguite da un applauso.

Papa: “Aiutare psicologicamente e indennizzare le vittime”

“Abbiamo la responsabilità di aiutare gli abusati e prenderci cura di loro. Alcuni hanno bisogno di un trattamento psicologico, bisogna aiutarli a questo. Anche si parla di una indennizzazione perché nel diritto civile c’è. Nel diritto civile credo che sono 50 mila euro in Belgio, è troppo basso. Non è una cosa che serve. La cifra credo che è quella ma non ne sono sicuro. Ma dobbiamo prenderci cura delle persone abusate e punire gli abusatori, perché l’abuso non è un peccato di oggi che domani forse non c’è… “. Così Papa Francesco sul volo che lo ha riportato a Roma al termine del viaggio apostolico in Lussemburgo e Belgio. Lo riporta Vatican News. “È una tendenza, è una malattia psichiatrica e per questo dobbiamo metterli in trattamento e controllarli così. Non si può lasciare un abusatore libero nella vita normale, con responsabilità nelle parrocchie e nelle scuole. Alcuni vescovi ai preti che hanno fatto questo, dopo il processo e la condanna, gli hanno dato lavoro per esempio nella biblioteca, ma senza contatto con bambini nelle scuole, nelle parrocchie. Ma dobbiamo andare avanti con questo. Io ho detto ai vescovi Belgi di non avere paura e di andare avanti, avanti. La vergogna è coprire, questa sì è la vergogna“, ha concluso il Papa spiegando che “c’è un dipartimento in Vaticano, una struttura, il presidente adesso è un vescovo colombiano per i casi di abusi. C’è una Commissione e l’ha creata il cardinale O’Malley. Questo funziona! E si ricevono tutte le cose in Vaticano e si discute. Anche io in Vaticano ho ricevuto gli abusati e do forza perché si vada avanti. Questo è il primo. Secondo, io ho ascoltato gli abusati. Credo è un dovere. Alcuni dicono: le statistiche dicono che il 40-42-46% degli abusati sono in famiglia e nel quartiere, soltanto il 3% nella Chiesa. Non mi importa quello, io prendo quelli della Chiesa!”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata