Le parole del Pontefice nell'Udienza generale del mercoledì: "Celebrate in modo speciale la Settimana Santa e la Pasqua insieme a molti ospiti ucraini"

“L’aggressione armata di questi giorni, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua”. Parole dure e chiare quelle di Papa Francesco nell’Udienza generale del mercoledì nella settimana che porta alla Santa Pasqua. Il dolore per la guerra e per le armi che continuano a mietere vittime in Ucraina torna nelle parole del Santo Padre che dedica diversi passaggi al conflitto in corso tra Kiev e Mosca.

L’Aula Paolo IV è gremita di pellegrini da tutto il mondo, che salutano festanti Papa Bergoglio con lunghi applausi e canti, ma il silenzio è totale quando il Santo Padre prende la parola per l’udienza del mercoledì Santo.

La vita di Gesù e la sua figura di portatore di pace con la sua morte e resurrezione stride con l’attualità, oggi più che mai. “La pace che Gesù ci dà a Pasqua non è la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e con varie forme di imposizione. Questa pace, in realtà, è solo un intervallo tra le guerre. Lo sappiamo bene”, sottolinea Bergoglio.

“La pace di Gesù – precisa ancora in un altro passaggio – non sovrasta gli altri, non è mai una pace armata. Le armi del Vangelo sono la preghiera, la tenerezza, il perdono e l’amore gratuito al prossimo, a ogni prossimo. È così che si porta la pace di Dio nel mondo. Ecco perché l’aggressione armata di questi giorni, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua, un preferire al suo volto mite quello del falso dio di questo mondo”, insiste il Pontefice che sottolinea come la guerra sia “sempre un’azione umana per portare all’idolatria del potere”.

Lo stesso concetto di pace cambia prospettiva nelle parole del Pontefice che ricorda come Gesù allora venisse accolto come “un Messia potente che avrebbe liberato Gerusalemme dall’occupazione dei Romani” o come Colui che avrebbe portato la “pace sociale” mentre la realtà è che “Cristo porta la pace nel mondo: attraverso la mansuetudine e la mitezza”.

Una mitezza che porta ad accogliere anche il nemico: non è un caso che il Pontefice scelga di citare nell’Udienza un racconto del russo Fedor Dostoevskij, la ‘Leggenda del Grande Inquisitore’, un “grande racconto” che – dice il Papa – è “sempre attuale”.

Anche ai saluti finali, Bergoglio torna alle terre ucraine martoriate e a coloro che hanno accolto il popolo in fuga come i polacchi. “Quest’anno celebrate in modo speciale la Settimana Santa e la Pasqua insieme a molti ospiti ucraini – ricorda il Papa ai fedeli in lingua polacca -. La Pasqua è una festa di famiglia e voi, aprendo a loro le vostre case, siete diventati loro famigliari. Anche se la maggior parte di essi celebrerà queste feste una settimana più tardi, secondo la tradizione orientale, già ora tutti voi insieme contemplate il Crocifisso, e aspettate la risurrezione di Cristo e la pace in Ucraina. Vi benedico di cuore”.

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