Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu rivendica il ruolo dello Stato ebraico nel decidere chi farà parte delle forze internazionali che avranno il compito di garantire la stabilità e prevenire il ritorno della violenza nella Striscia di Gaza dopo la guerra. All’inizio della riunione di governo di oggi, domenica 26 ottobre, ha affermato che “nel mese scorso abbiamo assistito a dichiarazioni ridicole riguardo alle relazioni tra Stati Uniti e Israele. Israele è uno Stato indipendente: la nostra politica di sicurezza è nelle nostre mani. Abbiamo chiarito, riguardo alle forze internazionali a Gaza, che Israele determinerà quali forze sono per noi inaccettabili“. Lo riporta Ynet. “Non siamo disposti a tollerare attacchi contro di noi e sventiamo i pericoli man mano che si presentano“, ha aggiunto, “non cerchiamo l’approvazione di nessuno”.
Hamas: “Se occupazione finirà consegneremo le armi”
Intanto il leader di Hamas, Khalil al-Hayya, dichiara che il gruppo palestinese deporrà le armi una volta terminata l’occupazione israeliana della Striscia. “Le armi di Hamas sono legate all’esistenza dell’occupazione e dell’aggressione israeliana e, se l’occupazione dovesse finire, queste armi verrebbero consegnate allo Stato“, ha affermato, in un’intervista esclusiva con Al Jazeera Arabic, specificando che il futuro delle armi di Hamas è ancora in fase di discussione con le altre fazioni armate e i mediatori. Nell’intervista al-Hayya ha anche sottolineato che Hamas non ha alcuna riserva nel trasferire le responsabilità amministrative di Gaza a qualsiasi organismo nazionale palestinese, e che Hamas vuole anche che si tengano elezioni in tutta la Palestina.”Accettiamo le forze delle Nazioni Unite come controllori delle frontiere e del cessate il fuoco a Gaza – ha aggiunto – Non siamo soddisfatti della quantità di aiuti che arrivano nella Striscia di Gaza e chiediamo l’intervento dei mediatori. Gaza ha bisogno di 6.000 camion di aiuti al giorno, non solo di 600. La questione umanitaria ci preoccupa e Israele continua a ritardare l’arrivo degli aiuti a Gaza”.

