L'allarme nella sua Lectio Magistralis in occasione dell'apertura dell'anno accademico dell'Università Sapienza di Roma
Nella società attuale si diffondono pratiche “astrologiche, omeopatiche e antiscientifiche come i no vax” e altri fenomeni come “una pratica francamente stregonesca come l’agricoltura biodinamica”. Con l’Italia nel pieno della quarta ondata covid il premio Nobel, Giorgio Parisi, lancia l’allarme nella sua Lectio Magistralis in occasione dell’apertura dell’anno accademico dell’Università Sapienza di Roma.
E mentre la scienza si interroga sul come poter mettere fine a questa deriva i numeri del contagio in Italia continuano a essere rilevanti. Nelle ultime 24 ore ne sono stati registrati 6.404 con 70 decessi. Attualmente gli italiani positivi al covid sono oltre 150mila (151.514). Il tasso di positività, con 267mila tamponi processati, è del 2,4% (+0,4%). Lo scorso lunedì erano stati registrati 5.144 casi con un tasso di positività del 2,1%.
Prosegue nella sua salita anche la pressione sugli ospedali. Si registrano infatti +162 ricoveri e +29 terapie intensive. I ricoverati con sintomi sono 4.507 quelli in terapia intensiva 549 con 54 ingressi. Le Regioni che fanno da traino sono Emilia Romagna e Lazio con 991 e 940. Oltre 93,4 milioni invece le dosi di vaccino somministrate.
E proprio sull’eventuale inserimento dell’obbligo vaccinale discute la comunità scientifica. “In linea di principio non sono affatto contrario – spiega l’infettivologo Massimo Galli – Qui bisogna che la gente capisca che se non vacciniamo di più non ne usciamo”. Il virologo Fabrizio Pregliasco mette in luce invece i problemi di un’eventuale imposizione dell’obbligo. “Chi non vuole vaccinarsi può essere sanzionato ma non vaccinato a forza – argomenta – però il Green pass diventa l’applicazione, nei fatti, di questa urgenza che, a mio avviso, è assolutamente necessaria”.
Segnali di allarme giungono da chi combatte il covid tutti i giorni in prima linea. “Chiediamo a tutti gli italiani di vaccinarsi e ai vaccinati da più di 6 mesi di fare la terza dose”, dice la società scientifica degli anestesisti-rianimatori tramite il presidente Antonino Giarratano. Il rischio è ben noto: “Con queste cifre e con questa tendenza preoccupante nel giro di un mese il sistema ospedaliero delle terapie intensive rischia pericolosamente l’intasamento”.
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