Roberto Danovaro, biologo e docente dell'Università Politecnica delle Marche, a LaPresse: "È fortemente messo a rischio dall'azione dell'uomo"

Il Mediterraneo è il mare che ‘bolle’ più velocemente con il cambiamento climatico: è l’allarme di Roberto Danovaro, biologo marino, ecologo, docente dell’Università Politecnica delle Marche e membro dell’Accademia Europea delle Scienze. “Il Mediterraneo è la porzione di tutti i marianche se ne costituisce poco meno dell’1%più fortemente messa a rischio dall’azione dell’uomo, diventata ‘brutale’ a partire dalla Seconda guerra mondiale, con lo sviluppo della pesca industriale. È anche il mare che si sta riscaldando più velocemente di tutti gli altri oceani, unitamente all’oceano artico, cui si aggiunge il fatto che ha una profondità media che è quasi 1/3 di quella degli oceani: è chiaro quindi che avendo meno acqua si scalda più velocemente. A partire dal 1999, e poi molto più frequentemente negli ultimi 8 anni, si sono abbattute ondate di calore che hanno colpito ovviamente il Mediterraneo ma particolarmente i mari italiani”, ha dichiarato l’esperto a LaPresse.

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