Roma, 11 gen. (LaPresse) – “Lo shock energetico è un problema per tutte le filiere, il rischio che corriamo, oltre al blocco della produzione che sta già avvenendo in alcuni settori, è che le aziende spostino altrove la produzione. Il mondo della ceramica, della carta e il siderurgico stanno fermando gli impianti o producendo a ritmi molto ridotti. Il costo dell’energia per le imprese nel 2019 è stato di 8 mld, nel 2021 di 20 mld e la previsione per il 2022 è di 37 miliardi”. Lo anticipa Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria, spiegando che “è un livello assolutamente insostenibile per le nostre imprese, così non ce la possiamo fare”. Gli interventi messi in campo finora dal Governo, sottolinea Marchesini, “non hanno investito il 70% delle pmi, quindi serve affrontare il problema attraverso azioni immediate e con una strategia di medio-lungo periodo. Occorre sicuramente che i ministeri competenti aprano un tavolo a cui auspichiamo di essere convocati per dare il nostro contributo perché ci sono una serie di interventi che possono essere messi in campo. Questa è una tempesta perfetta per il mondo delle imprese ed è solo una anticipazione di quello che avverrà con la transizione ecologica”.

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