Milano, 23 nov. (LaPresse) – “Credo che il via libera del comintato etico della Asl marchigiana che ha concesso a ‘Mario’, tetraplegico da 10 anni, di accedere al suicidio assistito in Italia, sia una piccola conquista in visione di quella che si pera diventi una futura legge. É un passettino in avanti rispetto al processo per Fabiano e alla sentenza della Corte Costituzionale. Direi che è una conquista di liberà in più per tutti noi”. A dirlo a LaPresse è Valeria Imbrogno, fidanzata di Fabiano Antoniani, Dj Fabo, che dopo essere rimasto immobilizzato per anni a causa di un incidente, ha optato per il suicidio assistito in Svizzera. Ad accompagnarlo fino alla clinica dove è morto, è stato il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni Marco Cappato. Per questa sua assistenza, Cappato è finito a processo per aiuto al suicidio, al termine del quale la Corte Costituzionale ha ammesso il suicidio assistito, a condizione che il paziente può avere il via libera per il suicidio medicalmente assistito il paziente sia tenuto in vita da trattamento di sostegno vitali, sia affetto da una patologia irreversibile e che sia per lui “fonte di sofferenze intollerabili”, e che sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Il caso di ‘Mario’ rientra in tutte e 4 le condizioni.

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