Milano, 11 mag. (LaPresse) – “Adesso mi sembra davvero paradossale che la colpa del ritiro del rapporto si attribuita al box sulla Cina, siamo al paradosso più assoluto. È chiaramente un depistaggio”. Lo ha detto a LaPresse Francesco Zambon, ex ricercatore Oms che ha guidato il team veneziano che ha stilato il rapporto sulla risposta italiana alla prima ondata della pandemia, pubblicato online sul sito dell’organizzazione dell’Onu e ritirato appena 24 ore dopo. “Il rapporto è stato ritirato per fare una correzione che non era neanche tale, perché le fonti a cui ci rifacevamo per il box sulla Cina erano tutte dell’Oms e dunque l’Oms dovrebbe accusare se stessa”, sottolinea Zambon precisando che la limatura era sulla “cronologia della pandemia ed è chiaramente politica” perché “riguarda i rapporti tra la Cina e gli Stati Uniti”. Questa correzione, però, “non c’entra nulla con tutto quello che è successo prima e con quello che è successo dopo – aggiunge Zambon – . Prima sappiamo che ci sono state pressioni di Ranieri Guerra. Il suo legale adesso nella memoria che ha depositato in Procura a Bergamo ignora gli scambi tra lui il governo italiano. Le chat tra Guerra, Brusaferro, il ministro Speranza e Kluge sono forse fantasie? Quelle sono evidenze, dobbiamo concentraci sui fatti. Chi vuole leggere una ricostruzione della cosa la trova nel libro” dal titolo ‘Pesce Piccolo’ che Zambon ha scritto per fare luce sull’intera vicenda e che è in uscita giovedì. “Non a caso – sottolinea il ricercatore veneziano – nel mio libro c’è un capitolo intitolato ‘Non fu la Cina’, dove comunque dico che il rapporto fu ritirato per una correzione relativa ai dati cinesi, ma il punto non è questo”.

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